CUNEO - Evasione fiscale, condannato a un anno e quattro mesi il contabile Adriano Bruno

A carico del noto professionista, titolare dello Studio Sistem snc di Cuneo, il giudice ha disposto anche il sequestro di beni per 500mila euro

a.c. 09/03/2021 19:20

È stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione il contabile di Borgo San Dalmazzo Adriano Bruno, titolare dello Studio Sistem snc di via Mameli a Cuneo. Il giudice Elisabetta Meinardi ha disposto la sospensione della pena ma altresì decretato la confisca di beni per 500mila euro a carico dell’imputato.
 
Il ragionier Bruno doveva rispondere di un’evasione fiscale da oltre mezzo milione contestata dalla Guardia di Finanza a uno dei clienti del suo ufficio contabile, l’imprenditore edile Gjovalin Kovacaj. Gli accertamenti si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi per il 2010 e il 2011, nelle quali erano state indicate passività fittizie in capo alla ditta in modo da abbattere l’imponibile: in questo modo sarebbero stati evasi quasi 200mila euro nel 2010 e oltre 332mila l’anno successivo. Kovacaj ha optato per il rito abbreviato e si è avvalso della facoltà di non rispondere nel procedimento a carico del suo consulente fiscale.
 
Nel corso dell’istruttoria la pubblica accusa aveva puntato a dimostrare che il professionista avesse agevolato in prima persona gli illeciti. Per l’imputato era stata chiesta la condanna a due anni di reclusione: il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva parlato di “granitiche documentazioni” a supporto della tesi che Kovacaj si fosse relazionato in prima persona con il titolare dello Studio Sistem. Il difensore di Bruno, avvocato Nicola Caminiti, osservava invece che - quand’anche fosse stata provata l’evasione - la dichiarazione dei redditi era comunque stata compilata a nome dello studio e non di una persona fisica.
 
In un diverso procedimento il medesimo imputato è accusato di aver favorito l’evasione di oltre 1 milione e 137mila euro di imposte dovute da diversi clienti e di avere a sua volta compiuto atti fraudolenti per evitare la riscossione coattiva dei beni di sua proprietà, dopo che gli erano stati contestati mancati pagamenti per 3 milioni e 203mila euro.

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