BUSCA - Falsificò la ricetta della guardia medica, ora dovrà anche risarcire

La 47enne di Verzuolo si era rivolta a una farmacia buschese per ottenere del Rivotril. Il medico si è costituito parte civile contro di lei

a.c. 10/08/2023 18:00

Oltre alla condanna per falso materiale commesso da privato c’è anche un risarcimento da versare al medico “truffato”: questa la sentenza che il giudice di Cuneo ha emanato nei confronti di una verzuolese.
 
La donna, G.V., classe 1975, nell’ottobre del 2021 si era rivolta a una farmacia di Busca per ottenere una confezione di compresse di Rivotril, un farmaco anti-ansia venduto dietro ricetta medica. La ricetta che aveva presentato, però, si sarebbe rivelata essere falsa. Il dottore a cui si era rivolta l’allora 46enne, in servizio presso la guardia medica, avrebbe infatti disconosciuto la prescrizione presentata su un foglio con la sua intestazione. Nel procedimento penale che ne è seguito il medico si è anche costituito parte civile contro la paziente, ottenendo un risarcimento dei danni alla sua immagine quantificato in 500 euro.
 
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione, sostenendo che non ci fossero i presupposti per considerare il fatto di lieve entità: “Nelle dinamiche di farmacia non si va a indagare sul contenuto della ricetta. Il valore tutelato è stato leso e la circostanza che la donna sia andata lontana da casa per farlo evidenzia ancora di più il dolo”. Anche il patrono di parte civile ha concordato, sottolineando del resto che il falso era andato a buon fine, pur avendo suscitato qualche perplessità nella farmacista.
 
Il giudice ha respinto l’argomento difensivo del “falso innocuo”. Secondo il legale della donna, anche se la farmacia non era entrata nel merito il falso risultava evidente. All’imputata, oltre al risarcimento, è stata inflitta una pena di due mesi di reclusione con contestuale revoca della sospensione condizionale.

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