CUNEO - Fece sequestrare un pappagallo esotico a un cinese, condannata una guardia zoofila

Il 57enne, responsabile dell’Oipa, aveva richiesto l’intervento del Cras sostenendo che l’animale fosse abbandonato. In realtà era stato dato in custodia

a.c. 05/01/2022 12:35

Nasceva da un precedente intervento delle guardie zoofile dell’Oipa contro un canile abusivo la vicenda che ha portato a processo il 57enne P.B., responsabile provinciale dell’associazione di protezione animale.
 
La denuncia a suo carico era partita dopo una richiesta di sequestro a carico di un cittadino cinese, residente in una località della campagna cuneese. Qui P.B. e un’altra guardia zoofila della stessa associazione si erano recati nel novembre 2017, sollecitando l’Asl a disporre il sequestro e il CRAS di Bernezzo a prendere in carico un pappagallo cenerino, ritenuto abbandonato. Un precedente sequestro riguardante lo stesso animale era già stato revocato dai carabinieri forestali, dopo che il proprietario aveva dimostrato di essere in possesso della documentazione necessaria a detenerlo come specie esotica.
 
All’indirizzo in questione, durante il secondo sopralluogo, le guardie zoofile non avevano più trovato il cinese ma solo il suo padrone di casa. L’uomo aveva spiegato che gli inquilini erano andati via per un periodo lasciandogli in custodia il pappagallo. I suoi interlocutori però non sembravano convinti della cosa, ha precisato il testimone in tribunale: “Una guardia in divisa si è presentata da me dicendo che i documenti non erano a posto. Pensavo fosse un forestale e non volevo essere d’intralcio alla giustizia: mi aveva anche detto che avrei dovuto collaborare o sarei passato anch’io dalla parte del torto”. Sollecitato a firmare il verbale, aveva quindi acconsentito “pur non condividendone il contenuto: ho spiegato chiaramente che ero d’accordo con il proprietario e avrei accudito volentieri il pappagallo”.
 
Ai carabinieri l’uomo ha detto di essere stato fatto oggetto di pressioni insistenti perché acconsentisse a far sequestrare l’animale: “Mi ci ero anche affezionato, quando lo hanno portato via ho chiesto che lo trattassero bene perché mi era simpatico”. Previa autorizzazione del veterinario dell’Asl Cn1, l’uccello era stato affidato alle cure del Centro Recupero Animali Selvatici gestito da Remigio Luciano. Sull’antefatto e le successive indagini ha deposto il maresciallo Mauro Iraldo, comandante della stazione carabinieri forestali di Cuneo: “Pensiamo che la guardia zoofila abbia peccato di scarsa obiettività, volendo portare via il pappagallo a tutti i costi. In realtà non si sa bene in base a cosa sia stato deciso l’allontanamento, non c’è un verbale di sequestro né un’ipotesi di reato”.
 
Contro P.B. la Procura di Cuneo procedeva per usurpazione di funzioni pubbliche e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. All’esito dell’istruttoria, il pubblico ministero Alessandro Bombardiere ha chiesto la condanna per entrambi i reati alla pena di un anno e quattro mesi. L’avvocato difensore Giacomo Tommaso Beltrutti ha domandato l’assoluzione per la guardia zoofila, ricordando che il sequestro era stato disposto su indicazione dell’Asl e che P.B. non aveva comunque alcuna funzione come pubblico ufficiale nel caso di specie.
 
Il giudice Elisabetta Meinardi ha infine assolto l’imputato quanto all’usurpazione di funzioni perché il fatto non sussiste e lo ha invece condannato a un anno e sei mesi per il falso ideologico.

Notizie interessanti:

Vedi altro