CUNEO - Fiamme in un alloggio di Confreria, l’inquilino finisce a processo

L’uomo era stato lasciato da poco dalla convivente, insieme ai due figli. I pompieri: ‘Incendio di matrice dolosa, non c’erano segni di effrazione’

a.c. 12/11/2019 18:29

 
Avrebbe agito per rabbia o per vendetta nei confronti dell’ex convivente che l’aveva lasciato da poco, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo accusato di aver appiccato il fuoco all’abitazione in cui viveva a Confreria, nella tarda serata del 5 aprile 2018.
 
L’alloggio nella frazione di Cuneo, in via Castelmagno, era stato affittato da B.D. insieme alla compagna. Al momento dell’incendio nessuno si trovava in casa: la donna aveva già lasciato l’appartamento da una quindicina di giorni insieme ai due figli e l’ex compagno vi si recava solo in modo sporadico.
 
La padrona di casa ha testimoniato di essere stata avvisata intorno alle 23 da alcuni inquilini del palazzo, che avevano già richiesto l’intervento dei vigili del fuoco dopo aver visto il fumo invadere le scale. Sul posto era stata raggiunta da B.D., che affermava di essere venuto a prendere alcuni effetti personali: “Giorni prima B.D. mi aveva detto al telefono che avrebbero lasciato l’alloggio perché compravano casa. Solo in seguito ho saputo che non vivevano più insieme e che la compagna se n’era andata già da qualche giorno”. La proprietaria, costituitasi parte civile contro il suo ex inquilino, ha parlato di danni ingenti all’immobile: porte e arredi rovinati, interruttori disciolti. Un particolare rilevante è il fatto che la porta blindata, sebbene annerita dal fumo, non presentasse alcun segno di scasso.
 
Lo ha confermato il caposquadra dei Vigili del Fuoco di Cuneo Luigi Falletti, intervenuto insieme ai suoi uomini per domare le fiamme: “Siamo entrati rompendo una finestra. C’erano due principi d’incendio, uno nella camera da letto matrimoniale e un altro in quella dei bambini”. I roghi si erano sviluppati dai materassi in due stanze non collegate fra loro, circostanza che secondo i pompieri fa presumere il dolo anche in considerazione del fatto che non c’era nessuna fonte di innesco naturale nei paraggi. Tuttavia, ha aggiunto il caposquadra, “al momento dell’intervento l’incendio non era tale da compromettere l’intero stabile”.
 
Il maresciallo Marco Pellegrino ha spiegato come i Carabinieri di Cuneo abbiano individuato nell’inquilino dell’alloggio il presunto responsabile del reato. Un ruolo decisivo in tal senso l’hanno giocato i tabulati telefonici, dai quali “si può appurare che subito prima delle 22 la sim del cellulare in uso a B.D. ha agganciato la cella telefonica che copre via Castelmagno”. In quei minuti, dal telefonino erano partite diverse chiamate e messaggi sms indirizzati alla ex compagna dell’imputato.
 
Una conferma del fatto che “con altissima probabilità il cellulare si trovava in un’area compatibile con quella dell’incendio” è giunta anche dal maresciallo Francesco Fazio, esperto nell’analisi del traffico telefonico. Tra il traliccio che fornisce il segnale e la zona interessata c’era una distanza di poche centinaia di metri, sebbene le celle telefoniche possano coprire un raggio di circa 10 km.
 
La ex convivente di B.D., chiamata a testimoniare, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
 
Il processo è stato rinviato al prossimo 19 novembre per ascoltare altri testimoni.

Notizie interessanti:

Vedi altro