CUNEO - Il movente dell'assassinio di Marco De Angelis è da ricercare in un giorno d'estate del 1998?

L'omicida-suicida Germano Sciandra è stato amministratore e rappresentante della 'Dimo Sport' per due anni, poi il passaggio di consegne...

L'abitazione di Mondovì dove abitava Germano Sciandra

Samuele Mattio 05/07/2019 18:02

Chi conosce bene la città di Cuneo sa che, nonostante sia perpendicolare a piazza Galimberti, via Ponza di San Martino è una di quelle strade in cui o ci devi andare o non ci passi. L’insolito viavai che ha interessato oggi, venerdì 5 luglio, la strada in cui ha avuto luogo l’omicidio di Marco De Angelis è imputabile, con poco margine di errore, al fatto di sangue. Chi è passato facendo finta di niente, chi si è fermato davanti alle vetrine di ‘Dimo Sport’ fingendo di guardare quegli articoli sportivi che rimarranno invenduti a lungo, chi ha percorso la via in macchina a passo d’uomo per cogliere chissà quali sfumature. 
 
Nulla a che vedere con il turismo macabro dei selfie davanti al luogo del delitto visto in altre parti d'Italia. L'understatement sabaudo impone riservatezza e compostezza e sono in pochi a fermarsi per più di qualche secondo davanti alla porta del negozio per curiosare all'interno. L'episodio ha sconvolto la città all'ombra della Bisalta. Il sindaco di Cuneo, Federico Borgna, ha commentato basito in mattinata: “Un fatto sconvolgente. Seguiamo gli sviluppi delle indagini per capire che cosa sia successo. In molti sono sotto shock, Cuneo non è abituata a simili fatti di cronaca”.
 
Già. L'ultimo omicidio da arma da fuoco nel territorio comunale risale a otto anni fa: nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2011 Matteo De Cerce venne ucciso da Santino Cimino nell'Oltregesso dopo un diverbio per futili motivi. Per trovare un delitto di tale portata in centro città bisogna andare al gennaio 2008, quando il 19enne Filippo Verros venne picchiato e sgozzato con un coccio di bottiglia in piazza Boves 'colpevole' di aver difeso un'amica da pesanti apprezzamenti che le erano stati inopportunamente rivolti. 
 
Torniamo ai fatti dei giorni nostri. Nella giornata di oggi gli inquirenti hanno proseguito nella raccolta di informazioni sulla vittima e sul suo assassino. Il Pubblico Ministero Alberto Braghin, titolare delle indagini, ha risposto con un laconico 'no comment' alle domande dei cronisti.  

Le ricerche continuano, volte a scavare nella vita privata dei due uomini che oltre vent'anni fa sono stati soci in affari. In particolare si lavora sulla vita di Germano Sciandra, l'uomo che ha scaricato una raffica di proiettili su Marco De Angelis per poi suicidarsi. Che cosa lo ha spinto a spostarsi da Mondovì a Cuneo a bordo della sua Fiat Punto grigia con l'unico fine di uccidere il suo vecchio sodale? Il monregalese era stato socio accomandatario di 'Dimo Sport' dal 1996 al 1998. A detta di chi frequentava De Angelis i due non avevano più rapporti da quando - era il 10 agosto 1998 – il cuneese aveva sostituito Sciandra, che per due anni aveva amministrato e rappresentato la società di cui fino a quel momento De Angelis era semplice socio accomandante. Da quel giorno sono passati quasi ventuno anni ed è proprio qui che potrebbe celarsi il movente.

Per rendersi conto del tempo trascorso è stato sufficiente leggere una prima pagina di un quotidiano dell'epoca che titolava della convocazione Zdenek Zeman in pretura a Torino nell'ambito dell'inchiesta sulle accuse al calcio-farmacia e Silvio Berlusconi attaccava le 'toghe rosse'. Un fatto del passato che potrebbe nascondere risvolti nel presente, ma sarà il lavoro di Braghin e dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Marco Pettinato a confermare oppure a smentire quest'ipotesi. Quel che è certo è che l'episodio è un dato fondamentale per le indagini.
 
Quello che traspare immediatamente è la differenza di condizione sociale tra i due. Il De Angelis era un uomo benestante con proprietà e interessi in diversi settori, mentre lo Sciandra non era certamente ricco. L'assassino-suicida viveva con il fratello più grande in un'abitazione isolata alle porte di Mondovì (hanno altre due sorelle, una residente nel Monregalese e l'altra a Genova). Una casa che lascia trasparire un'eleganza vecchia di decenni, ma che oggi avrebbe avuto bisogno di un restauro. 
 
Intanto nella giornata di oggi sono emersi dettagli sulla pistola con cui Sciandra ha commesso il delitto: si tratta di una 'Smith and Wesson' regolarmente detenuta. L'assassino aveva anche una licenza di caccia ad uso sportivo rinnovata qualche anno fa. 
 
Non è ancora nota la data dei funerali dei due in quanto la Procura non ha ancora concesso il nulla osta, se ne saprà di più nei prossimi giorni.


Altri articoli sull'argomento:

È stato un ex socio in affari a uccidere Marco De Angelis con cinque colpi di pistola




Notizie interessanti:

Vedi altro