CUNEO - In Italia con la promessa di un lavoro, erano costrette a prostitursi per 30 euro

Sgominata una banda di criminali nigeriani, emesse sei sentenze di condanna. Le vittime avevano tra i 18 e i 23 anni

Samuele Mattio 13/04/2018 13:15

Percezione comune è che negli ultimi anni il fenomeno della cosiddetta 'tratta delle nigeriane', con giovani donne costrette alla prostituzione, sia calato. A dimostrare il contrario è arrivata la notizia di una difficile operazione condotta dalla Squadra Mobile di Cuneo. Stamattina, venerdì 13 aprile, il questore Giuseppe Pagano ha convocato una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'operazione, battezzata “Voodoo girls”, un nome che che di primo acchito potrebbe far sorridere, ma che nasconde una storia cruda. Stiamo parlando di giovani nigeriane (età compresa tra i 18 e i 23 anni), che per 30 euro a prestazione erano costrette a prostituirsi ai bordi delle strade di Cuneo: da via Tetto Garetto, nei pressi della Bottero, a via Torino a Madonna dell'Olmo. Dietro a quelle ragazze di colore che esercitavano il meretricio nel cuneese c'è una storia di violenza e sfruttamento che parte già dal continente nero, come spiegato dal vicequestore aggiunto Marco Mastrangelo: “Le giovani venivano reclutate in piccoli villaggi della Nigeria nei quali il tenore di vita e il livello culturale erano molto bassi con la promessa di venire in Italia a lavorare. In quell'occasione venivano sottoposte a una sorta di 'rito vodoo', giurando fedeltà a una 'maman', in caso contrario sarebbero state punite da una divinità (secondo le credenze locali n.d.r.)”. Ovviamente una volta giunte nel bel paese venivano sbattute in mezzo alla strada. A tessere la tela un'organizzazione criminale matriarcale ben strutturata: dopo il 'rito' le giovani vittime si trasferivano in Italia con mezzi di fortuna, approdando nei Centri di Identificazione del sud Italia, dove venivano individuate e trasferite a Torino, luogo in cui aveva sede la base logistica e organizzativa. Lì apprendevano che non avrebbero mai avuto un lavoro 'normale' e venivano istruite sul tariffario e su come trattare i clienti. Le indagini hanno impegnato la Mobile per oltre un anno, ma hanno portato all'emissione di sei sentenze di condanna con pene da un anno e sei mesi a due anni di carcere per i componenti dell'organizzazione criminale, anch'essa composta da nigeriani, tutte donne ad esclusione di un uomo. Un altro componente della banda di sesso maschile è latitante, con ogni probabilità si trova in Nigeria.

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