CUNEO - In trasferta da Asti per rubare in abitazioni a Vicenza e Verona: l'indagine dei Carabinieri di Cuneo

Le misure cautelari eseguite nei confronti di sei soggetti di etnia sinti tra i 27 e i 41 anni, già noti per reati analoghi

Redazione 30/12/2025 10:01

I Carabinieri del Nucleo investigativo di Cuneo hanno eseguito sei misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Vicenza, su richiesta avanzata dalla Procura di Vicenza, a carico di sei soggetti astigiani di età compresa fra i 27 ed i 41 anni. La banda, specializzata in furti in appartamento, aveva commesso le sue razzie durante le festività natalizie tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025: ben 27 i furti in abitazione commessi. Tutti i componenti del sodalizio appartengono all’etnia sinti (piemontesi). Denaro, gioielli, orologi di pregio, ma anche armi e relativi munizionamenti sono stati il loro bottino. La banda non si è fermata davanti a nulla, nemmeno davanti a recinzioni e porte blindate, a congegni elettronici antintrusione, a finestre con vetri antisfondamento e tapparelle con blindatura, comandate con congegni elettronici di chiusura.  I furti sono avvenuti principalmente in orario serale e notturno, ma in alcuni casi anche in pieno pomeriggio. I Comuni interessati dai raid sono stati quelli dell’alto vicentino e dell’hinterland del capoluogo (Dueville, Lusiana Conco, Velo d’Astico, Arsiero, Castelgomberto, Cornedo Vicentino, Sovizzo, Castelgomberto, Monte di Malo) e, in altri episodi, dell’hinterland veronese (Tregnago, Montecchia di Crosara, Negrar di Valpolicella, Sant’Anna di Alfaedo).  Gli eventi delittuosi sono sempre stati preceduti da mirati sopralluoghi eseguiti ad hoc sugli obiettivi da colpire. In più occasioni, i componenti della banda suonavano ai campanelli delle case da svaligiare al fine di sincerarsi della presenza o meno degli occupanti, fingendosi turisti alla ricerca di informazioni. Agivano in gruppi di tre persone all’interno delle abitazioni, sempre supportati dai compagni che, all’esterno ed opportunamente defilati, avevano il compito di lanciare eventuali allarmi. I collegamenti fra loro avvenivano grazie a delle ricetrasmittenti dotate di tecnologia all’avanguardia.   Il gruppo criminale - con mirate trasferte dall’astigiano al vicentino e con alcune puntate nel veronese - si muoveva a bordo di autovetture dedicate, opportunamente elaborate per aumentarne le prestazioni e spesso, nel tentativo di disorientare gli investigatori, camuffate con la tecnica del cosiddetto “wrapping” (una sofisticata tecnica di rivestimento della carrozzeria), facendo così cambiare colore ai veicoli utilizzati per commettere le scorribande. Durante le loro trasferte soggiornavano in alcuni alberghi e bed&breakfast di lusso, ubicati in prossimità dei comuni da depredare, non disdegnando l’ospitalità talvolta offerta presso le abitazioni di alcune ragazze del posto, tutte a conoscenza delle illecite attività del gruppo.  Durante i soggiorni veneti, i Carabinieri hanno sempre monitorato le attività della banda e spesso, all’insaputa dei componenti della stessa, pranzato e dormito negli stessi luoghi in cui erano ospitati – in incognito – gli investigatori.   Tutti e sei i malviventi erano già stati tratti in arresto nel giugno del 2025 ad Asti, luogo d’origine e di residenza dei delinquenti, sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Cuneo, nel contesto di una più ampia e dedicata misura cautelare personale in carcere a carico di 13 soggetti, emessa dal Tribunale di Asti su richiesta avanzata dalla Procura di Asti. In quella circostanza, durante le perquisizioni eseguite nei rispettivi domicili e pertinenze, era stata rinvenuta parte della refurtiva (nel frattempo già consegnata alle vittime), le ricetrasmittenti utilizzate per le comunicazioni, armi e munizioni nonché tutti i veicoli utilizzati per le commissioni delittuose. I Carabinieri non hanno mai perso d’occhio il gruppo criminale, che ha dimostrato in più fasi d’indagine di essere in grado riorganizzarsi, avvalendosi di tecnologie e specialisti del settore, al fine di eludere le investigazioni. Tentativi, questi, mai andati a buon fine, essendo riusciti i carabinieri a contrastare di volta in volta tali espedienti, adottando contromisure più sofisticate ed elaborate, riuscendo così ad incastrare la banda.    La tenacia con cui il lavoro condiviso fra la Procura di Asti ed il Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo, ha trovato piena conferma presso la Procura di Vicenza, che ha emesso i provvedimenti in argomento a carico dei componenti del sodalizio. Provvedimenti che vanno dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, all’obbligo di dimora nei comuni di residenza ed infine all’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria. Infine, notizia dell’ultima ora: ad Asti, a seguito del decreto di giudizio immediato da parte del GIP, nel mese di gennaio sarà discusso il processo a carico di tutti gli imputati - sottoposti a misura cautelare - che hanno chiesto il giudizio abbreviato.