FOSSANO - Infortunio alla Ferrero Mangimi, condannato un imprenditore di Busca

Un manutentore era caduto in una botola provocandosi varie fratture. Per l’accusa, il datore di lavoro è responsabile della sicurezza anche nel cantiere esterno

a.c. 07/02/2020 18:30

 
Doveva rispondere di lesioni personali colpose, per l’infortunio occorso a uno dei suoi dipendenti, un imprenditore di San Chiaffredo di Busca attivo nel settore delle costruzioni meccaniche.
 
Sebbene l’incidente non fosse avvenuto in ditta, infatti, la Procura riteneva che L.G. non avesse preso tutte le precauzioni necessarie ad evitarlo. Nel maggio di due anni fa un operaio dell’azienda si era recato presso lo stabilimento della Ferrero Mangimi di Fossano assieme al suo caposquadra e ad altri due lavoratori. La squadra doveva effettuare manutenzioni in una fossa di scarico dei cereali profonda oltre tre metri. A fornire le istruzioni necessarie avrebbe provveduto un manutentore della Ferrero.
 
L’incidente si era verificato nel momento in cui quest’ultimo era sceso al piano inferiore per staccare la corrente. Dagli accertamenti successivi dello Spresal è emerso che uno dei dipendenti della ditta esterna era inciampato in una botola aperta mentre andava a chiudere un rubinetto dell’aria compressa. La botola era stata sollevata in precedenza dai suoi colleghi ma non era stata messa in sicurezza. La caduta aveva provocato fratture al ginocchio sinistro e al costato dell’operaio.
 
Per il suo datore di lavoro, al termine dell’istruttoria, il sostituto procuratore Giulia Colangeli aveva chiesto sei mesi di reclusione e mille euro di multa: anche se l’incidente è avvenuto in un cantiere esterno, ha sostenuto il pm, “il datore di lavoro non può delegare al caposquadra la scelta degli strumenti necessari a operare in sicurezza”. I materiali per la messa in sicurezza del resto non erano stati messi a disposizione dalla Ferrero, ma trasportati da Busca: “Segno - ha concluso la rappresentante dell’accusa - che il problema della sicurezza ce lo si è posti, ma in maniera insufficiente e inadeguata”.
 
“È la Ferrero a conoscere le condizioni di quel cantiere, non la ditta esterna: nell’analisi dei rischi, però, non era stata menzionata la botola” ha obiettato l’avvocato Riccardo Sartoris. Secondo il difensore di L.G., la messa in sicurezza dell’area sarebbe dovuta avvenire prima ed era di competenza esclusiva dell’azienda che aveva richiesto la manutenzione, non di chi avrebbe dovuto effettuarla in seguito.
 
Il giudice Elisabetta Meinardi ha comunque condannato l’imprenditore buschese a un’ammenda di mille euro. La difesa, in attesa delle motivazioni, ha preannunciato l’intenzione di impugnare il verdetto.

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