CUNEO - La Procura archivia le indagini sulla morte dell’ultrà Raffaello Bucci

Nel 2016 l’ex esponente dei Drughi e dipendente della Juventus venne trovato cadavere sotto un viadotto della Torino-Savona. Dopo tre anni si chiude l’inchiesta

a.c. 25/03/2021 19:45

 
Si chiude senza nessun presunto responsabile l’inchiesta sulla morte dell’ultrà juventino Raffaello “Ciccio” Bucci. A quasi tre anni esatti dall’apertura del fascicolo presso la Procura di Cuneo non è stato possibile capire se davvero qualcuno abbia avuto un ruolo nella tragica scomparsa del 40enne originario di San Severo (Foggia) e residente a Margarita, rinvenuto cadavere il 7 luglio 2016 sotto un cavalcavia della Torino-Savona, nel tratto di Fossano.
 
L’inchiesta condotta dal procuratore capo Onelio Dodero insieme all’aggiunto Gabriella Viglione e al sostituto Alberto Braghin era stata aperta con l’ipotesi iniziale di istigazione al suicidio, modificata in seguito in omicidio. Ciccio Bucci era stato uno degli esponenti di punta dei Drughi, il gruppo dominante della curva sud juventina, prima di allontanarsi in seguito ad attriti con lo storico capo del gruppo Geraldo Mocciola e divenire poi un dipendente della Juventus, responsabile dei rapporti con i tifosi.
 
Proprio in questa veste, oltre che come collaboratore dei servizi segreti, Bucci si era reinventato proponendosi come tramite fra la società e il tifo organizzato, poco prima che l’intera curva venisse scossa dall’inchiesta “Alto Piemonte” che aveva portato i pm di Torino a indagare sulle presunte connivenze tra la ‘ndrangheta e i leader dei tifosi. Nella ricostruzione delle ore precedenti alla sua morte è stato chiarito che il dipendente della società bianconera aveva raggiunto Torino, ma non si sa se abbia incontrato Mocciola o altri esponenti della curva o se qualcuno possa averlo spaventato al punto da indurlo a togliersi la vita.
 
L’ex compagna di Bucci non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio. La convinzione della famiglia, assistita dall’avvocato Paolo Verra, è che Bucci sapesse molte (forse troppe) cose, e per questo sarebbe stato messo a tacere: questa è stata anche l’ipotesi sulla quale ha indagato a partire dal settembre 2019 la Procura di Cuneo, senza tuttavia giungere ad esiti definitivi. Fino alla decisione odierna di prendere atto, almeno per ora, che il mistero di quella morte è senza soluzione.

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