LIMONE PIEMONTE - Limone Piemonte, botte da orbi tra i soci di un locale: un genovese a processo

Il 59enne è accusato di aver picchiato una coppia di amici e sfasciato il bar che gestivano insieme vicino alle piste da sci, andandosene con l’incasso. Ora si difende: ‘Mi hanno truffato’

a.c. 11/10/2019 20:40

 
È un lungo elenco di accuse quello di cui deve rispondere davanti al Tribunale di Cuneo un ex vigile urbano genovese di 59 anni, A.S.: lesioni personali gravi, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, violenza privata, violazione di domicilio, stalking, furto aggravato e appropriazione indebita.
 
Tutto nasce da una querela presentata a fine 2013 da una coppia di Genova, insieme ai quali A.S. aveva preso in gestione un locale situato presso gli impianti sciistici della Riserva Bianca di Limone Piemonte, vicino alla pista del Sole. I due erano amici di famiglia e clienti dell’imputato, che all’epoca si occupava di riparazioni di autovetture ed era in possesso di una licenza per la gestione dei pubblici esercizi.
 
Nella baita, rilevata dal precedente proprietario in primavera, erano stati portati avanti diversi lavori di ristrutturazione in vista dell’apertura della stagione sciistica a dicembre. Il giorno dopo l’inaugurazione, però, una lite furibonda tra i soci aveva subito posto fine all’iniziativa: secondo i querelanti, A.S. avrebbe iniziato la rissa rompendo il naso all’altro uomo e devastando gli arredi e il registratore di cassa. All’ex gestore si contesta inoltre di aver portato via tutto l’incasso del primo weekend, circa 1200 euro, e di aver trattenuto una motoslitta che era stata presa in comproprietà e un’automobile intestata ad A.C., la donna con cui aveva costituito la società, della cui vendita si sarebbe dovuto fare garante.
 
Davanti al giudice l’imputato ha fornito la sua versione dei fatti, professando la propria innocenza. Prima ancora dell’apertura c’erano già stati dissapori e incomprensioni dovuti, a suo dire, al rifiuto degli amici di ripartire alla pari le quote societarie: “Dopo cinque mesi di lavori e spese, con la licenza chiesta a mio nome, l’avevo ritenuta una scorrettezza” ha spiegato. L’astio fra i tre sarebbe esploso dopo due soli giorni di apertura, al momento di tirare le prime somme: “Avevo visto il mio socio mettere più volte in tasca il denaro della cassa, senza tuttavia protestare” accusa A.S., le cui recriminazioni erano invece emerse più tardi, poco prima della chiusura del locale.
 
“Era stata una domenica pazzesca, il primo giorno di sole con la neve e tantissimi avventori - ricorda - per questo mi sembrava inverosimile che in cassa ci fossero appena 400 euro, più gli 870 euro di sabato”. Alla richiesta di ricontare insieme i soldi, la donna si sarebbe stizzita: “Ne era sorta una discussione prima con lei e poi con il marito. Mentre parlavo ho visto che A.C. stava per colpirmi con un oggetto, l’ho bloccata, e al sopraggiungere di lui è scoppiato un parapiglia”.  A.S. accusa i due ex amici di averlo poi chiuso fuori al freddo, mentre era in maniche corte, costringendolo a forzare la porta con una sbarra per rientrare: “Anche la vetrina, i bicchieri e il registratore di cassa si sono rotti durante la rissa. Ma non ho colpito nessuno dei due con la sbarra che avevo usato per aprire la porta”.
 
Previo consulto con il suo avvocato, l’uomo aveva continuato ad esercitare la sua attività all’esterno della baita per altri due fine settimana, prima che gli venisse notificata la revoca della partecipazione societaria. Il 59enne nega allo stesso modo gli addebiti relativi alla motoslitta e all’automobile di A.C.: “Eravamo già d’accordo sul fatto che avrei riportato la motoslitta a chi me l’aveva venduta, perché i miei soci non la volevano e ne avevano comprata un’altra dal vecchio gestore del locale”. Quanto all’auto, A.S. si era fatto garante per conto di A.C. dell’acquisto da parte di un suo amico: il passaggio di proprietà sarebbe dovuto avvenire proprio quel lunedì, ma visto che i rapporti con la donna si erano interrotti dopo la lite della sera prima lui se n’era disinteressato.
 
Anche A.S. ha presentato una querela per lesioni personali, che è stata archiviata. Il processo civile tra gli ex soci è invece tuttora in corso. Il prossimo 2 dicembre è attesa la sentenza nel procedimento penale.

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