CUNEO - ‘Lussuria Orientale’, nove condanne nel maxiprocesso contro il racket della prostituzione cinese

Nel 2015 l’operazione coordinata dalla Procura cuneese aveva portato a 15 arresti e all’individuazione di case d’appuntamenti a Cuneo, Mondovì, Barge e Manta

a.c. 27/01/2021 18:00

 
Nove condanne e un’assoluzione nel processo di primo grado contro la banda italo-cinese che aveva impiantato nella Granda e in varie città tra la Lombardia e il Veneto un’estesa rete di case di appuntamenti, portata alla luce nel giugno 2015 dalla maxi operazione denominata “Lussuria Orientale”.
 
Al termine di un’attività investigativa durata otto mesi, con circa 15mila intercettazioni telefoniche, le indagini della Procura di Cuneo coordinate dal pm Chiara Canepa e dai Carabinieri avevano portato all’arresto di quindici persone (altre tre misure cautelari erano state comminate nei mesi successivi). Dalle perquisizioni, una trentina, gli inquirenti avevano proceduto al sequestro di 25mila euro in contanti e all’individuazione di 60 giovani cinesi, introdotte illegalmente in Italia, che venivano instradate anche con la forza al meretricio e che spesso vivevano segregate nelle case di appuntamenti.
 
Cuneo, Mondovì, Barge e Manta erano tra i centri di questo traffico che vedeva come “punto di raccordo” la 35enne Jing Zhang, ufficialmente residente a Castiglione delle Stiviere (Mantova) insieme al marito italiano Tiziano Premoli, un magazziniere di 55 anni. Sarebbero stati loro, in particolare, a gestire la casa di appuntamenti individuata in via Michele Coppino a Cuneo, dove lavoravano almeno due prostitute in pianta stabile. Nell’abitazione di Premoli erano stati trovati passaporti e carte d’identità intestati a donne cinesi ma anche documentazioni sulle utenze e i canoni d’affitto dell’alloggio in cui la moglie inviava le ragazze. Di questa “piovra”, alimentata dal florido mercato degli annunci online, avrebbero fatto parte donne e uomini gravitanti negli ambienti della Chinatown milanese ma anche cittadini italiani insospettabili, che si offrivano come intermediari presso i proprietari immobiliari per cercare alloggi in affitto e gestire le necessità quotidiane a partire dai contratti di luce e gas. Due di loro, i milanesi Francesco Paolo Lascaro e Giancarlo Alberti, avrebbero ricoperto il ruolo di “spicciafaccende” per le cinesi della Granda agevolando l’attività di una prostituta alloggiata in corso Santarosa a Cuneo.
 
Tra le donne avviate al meretricio dalla Zhang c’era la 37enne Hui Xian Wu, divenuta in seguito tenutaria di una “casa” in corso Italia a Mondovì e di un’altra a Vicenza. In rapporto con la stessa imputata erano anche la 48enne Yan Jie Zhang detta Tie, attiva a Mantova e Castel Goffredo (MN), e il 38enne Ming Tian che si ritiene abbia riciclato i proventi delle case squillo di Barge e Mondovì per avviare un centro massaggi a Firenze. Il ritrovamento di un taccuino appartenente a Hui Xian Whu nel corso della perquisizione eseguita a Mondovì si è rivelato particolarmente utile alle indagini: l’agenda conteneva annotazioni su numeri di telefono, indirizzi e contatti di altre persone che si ritiene essere state coinvolte nel racket. In provincia è stata accertata l’esistenza di due case di appuntamenti anche a Barge e a Manta. La prima sarebbe stata ceduta da altri cittadini cinesi alla coppia formata dal 52enne Wensheng Kang e dalla 51enne Ying Yu, attivi nel reclutamento di ragazze dal “quartier generale” di Milano. Secondo la Procura, i metodi dei due non disdegnavano il ricorso a intimidazioni e pressioni psicologiche sulle prostitute più riluttanti. A Manta avrebbe operato invece la 54enne Xiu Qing Yao, conosciuta con il soprannome di Nana: in suo possesso erano stati trovati una sim corrispondente al numero registrato su un sito di annunci erotici e 4mila euro in contanti.
 
Nell’udienza odierna, dopo le arringhe degli avvocati e due ore di camera di consiglio, il collegio giudicante presieduto da Marcello Pisanu ha emesso nove sentenze di condanna per favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione: 1 anno e otto mesi per Giancarlo Alberti, 2 anni e 8 mesi per Francesco Paolo Lascaro, 3 anni per Tiziano Premoli, 5 anni e 6 mesi per Wensheng Kang, 6 anni per Ying Yu (alla quale era contestata la recidiva), 1 anno e 11 mesi per Hui Xian Wu, 2 anni per Ming Tian, 2 anni e 9 mesi per Yan Jie Zhang e per Xiu Qing Yao. Il solo Enrico Banfi è stato assolto dalle accuse per non aver commesso il fatto.
 
Altre persone coinvolte nell’operazione “Lussuria Orientale”, tra cui la stessa Jing Zhang, hanno già definito la propria posizione con il patteggiamento.

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