CUNEO - Mamma straniera denunciata per sottrazione dei figli, il caso finisce alla Corte Costituzionale

Il giudice di Cuneo ha sollevato una questione di legittimità: la querela del padre è stata ritirata, ma il reato resta perseguibile d’ufficio perché commesso all’estero

a.c. 20/06/2023 18:20

La denuncia è stata ritirata e l’ipotesi di reato non sarebbe più perseguibile, se i fatti si fossero svolti entro i confini italiani. Ma nel caso di sottrazione di minori in questione c’è stato uno “sconfinamento”: dunque, secondo la normativa attuale, il processo deve andare avanti.
 
Il caso riguarda una donna di nazionalità ceca, sposata con un noto imprenditore cuneese, col quale è in corso il divorzio. La donna era stata denunciata dal marito per condotto con sé in patria i due figli. In seguito un tribunale della Repubblica Ceca ha stabilito che i bambini rientrassero in Italia e il padre ha ritirato la querela. Il reato di sottrazione di minori, però, resta perseguibile d’ufficio nel solo caso in cui l’allontanamento si verifichi all’estero.
 
Per questo il giudice del tribunale di Cuneo Sandro Cavallo ha ritenuto di sollevare la questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale. Si tratta di capire se questa disparità di trattamento configuri una forma di discriminazione, contraria al principio di uguaglianza sancito dalla carta.  I giudici costituzionali si erano già pronunciati in questo senso sul tema delle lesioni stradali non aggravate, imponendo al legislatore di adeguare la norma. Un pronunciamento analogo avrebbe conseguenze su tutti i casi di sottrazione che riguardino coppie miste separate o divorziate, una tipologia ormai molto presente nei tribunali.
 
L’imputata, assistita dagli avvocati Alessandro Di Paola e Gabriel Frasca del foro di Roma, proclama la sua innocenza e si dice “pienamente fiduciosa” nella magistratura italiana. Si stima che per ottenere il parere della Consulta servirà almeno un anno: nel frattempo, il procedimento penale rimane “congelato” dopo una lunga istruttoria.

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