BUSCA - Mattoni sulle auto in corsa: ai domiciliari tre giovani residenti nel Buschese

I Carabinieri hanno illustrato in conferenza stampa i risultati delle indagini sui fatti di febbraio: i "bersagli" scelti a caso, gli accusati sono incensurati

La conferenza stampa di stamane

Andrea Dalmasso 01/06/2022 10:45

Hanno colpito per quattro volte nel giro di 28 minuti, a partire da mezzanotte e 57, sempre nella zona intorno a Busca, fortunatamente senza gravi conseguenze al di là dei danni provocati alle auto. Tre giovani sono ora agli arresti domiciliari, individuati dai Carabinieri come i responsabili dei fatti avvenuti nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, quando quattro automobili in corsa vennero colpite da mattoni. Un fatto che aveva destato scalpore - l’ultimo episodio simile nella Granda risaliva al 1997 - oltre che grande allarme sociale. I Carabinieri del comando provinciale di Cuneo hanno illustrato in conferenza stampa stamattina, mercoledì 1° giugno, i risultati delle indagini.
 
Gli accusati hanno rispettivamente 21, 23 e 26 anni, risiedono nel Buschese, sono tutti italiani (uno di origini albanesi), sono incensurati e lavorano come operai. L’ordinanza cautelare nei loro confronti è stata emessa dal Gip di Cuneo su richiesta della Procura di Cuneo. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Cuneo insieme ai colleghi della Stazione di Busca. I tre sono accusati di tentato omicidio e attentato alla sicurezza dei trasporti, rischiano fino a 14 anni di carcere.
 
Un gesto che non ha particolari motivazioni, fatto solo per “spezzare la noia” e compiere un atto trasgressivo: anche i “bersagli”, colpiti da un'auto a sua volta in corsa, sono stati scelti in maniera casuale, senza un criterio. Durante gli interrogatori di garanzia i giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e non hanno ammesso la loro colpevolezza. Come detto si trovano ai domiciliari, anche se la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.
 
Si tratta di episodi che riteniamo essere molto gravi, che hanno provocato grande allarme sociale in quanto possono riguardare chiunque. Era importante dare una risposta efficace. Il rischio era di provocare conseguenze molto gravi e questo è il messaggio che deve passare. Siamo nella fase delle indagini preliminari, ma abbiamo raccolto gravi indizi di colpevolezza”, ha commentato il comandante Giuseppe Carubia.
 
Le indagini sono iniziate con l’analisi delle immagini raccolte dalle telecamere di videosorveglianza, che hanno permesso di individuare un’utilitaria presente nella zona e negli orari dei quattro episodi. Si è poi proceduto con intercettazioni telefoniche e ambientali. A confermare quanto raccolto dai Carabinieri e a permettere l’emissione delle misure cautelari l’analisi dei tabulati telefonici, che ha testimoniato la presenza degli accusati sui luoghi dei fatti in quel sabato sera di febbraio.

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