CUNEO - Mettevano sul mercato prodotti falsamente certificati come "bio": imprenditore cuneese tra gli indagati

L'operazione condotta da Guardia di Finanza di Caserta e Ministero dell'Agricoltura: le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e frode in commercio aggravata

Redazione 28/02/2023 13:26

C’è anche un imprenditore della provincia di Cuneo, titolare di un’importante impresa di importazione ed esportazione di mandorle, frutta secca e conserve, tra i sette indagati nell’ambito di un’operazione della Guardia di Finanza scattata stamattina, martedì 28 febbraio. Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Caserta, insieme a ispettori dell’Unità Investigativa Centrale del Ministero dell’Agricoltura, hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di sette soggetti, indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode in commercio aggravata: le persone coinvolte sono accusate di aver commercializzato tra il 2016 e il 2022 ingenti quantitativi di prodotti agroalimentari falsamente dichiarati come biologici. 
 
Il sistema smascherato dagli inquirenti fa capo a un imprenditore casertano, titolare di due imprese di trasformazione con volume d’affari superiore ai 20 milioni di euro all’anno e di un’azienda agricola specializzata nella produzione ortofrutticola da agricoltura biologica, oltre che ad un altro imprenditore catanese titolare di un’azienda operante nell’import-export di frutta secca e al citato imprenditore cuneese.
 
Si legge nel comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle: “Il gruppo criminale, organizzato mediante un numero consistente di compiacenti imprese operanti principalmente in Puglia, Calabria e Lazio che hanno fornito false fatture per giustificare l’acquisto di mandorle e pomodoro dichiarato come biologico, ha immesso sul mercato ingenti quantitativi di mandorle non biologiche, in quanto provenienti dall’estero, tra l’altro dallo Stato della California, e pomodoro ottenuto da agricoltura tradizionale, spacciando i prodotti come certificati biologici”.
 
Le misure cautelari prevedono l’interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriale per 12 mesi e il contestuale divieto di dimora nella provincia di Caserta.
 
Grazie al supporto delle società “cartiere”, l’associazione per delinquere ha potuto sfruttare una copertura documentale utile a celare la natura fraudolenta dell’attività imprenditoriale, mettendo sul mercato prodotti spesso contaminati da sostanze chimiche non ammesse in agricoltura biologica. Le indagini sono partite dopo le segnalazioni arrivate da autorità estere, in particolare da Germania, Olanda, Francia, Austria, Spagna, Danimarca e Belgio.
 
Sono in corso perquisizioni e sequestri nei confronti dei sette indagati e di otto imprese: “Altresì è stata disposta l’acquisizione di documenti presso i laboratori che hanno effettuato le analisi interne sui falsi prodotti biologici per contro delle imprese dei soggetti associati, nonché presso un istituto bancario e presso la Consob, al fine di far luce sulla natura di alcuni capitali di cui il gruppo organizzato avrebbe beneficiato al fine di finanziare l’operazione commerciali fraudolenta”.

Notizie interessanti:

Vedi altro