CERVASCA - “Mi ha fatto morire l’edera”: porta in tribunale il vicino per danneggiamento

Il giudice ha assolto con formula piena l’imputato, un 39enne di Cervasca. Era stato denunciato per aver utilizzato diserbante nella sua proprietà

a.c. 23/12/2021 20:06

Sul banco degli imputati con l’accusa di aver fatto morire una pianta del vicino. È successo a un 39enne di Cervasca, D.S., titolare di un’azienda agricola, denunciato per danneggiamento da un compaesano 73enne.
 
L’anziano lo accusava di aver irrorato “di proposito” con una sostanza diserbante l’edera collocata su un muro di cemento armato al confine tra le due proprietà. La Procura ha dato seguito alla querela, poi rimessa, e per l’agricoltore è scattato il rinvio a giudizio. In aula l’imputato ha chiarito di essere in possesso di un patentino apposito per l’uso di diserbanti, precisando però che quand’anche quella sostanza avesse impregnato le foglie dell’edera non sarebbe comunque stata in grado di provocarne la morte. A suo giudizio, in ogni caso, l’evento era da ricondursi alla scarsa cura prestatale dal vicino: “Non bagna il suo giardino come dovrebbe nel periodo estivo, sicché l’edera si secca e riprende vitalità verso settembre”. I fatti, occorre precisare, erano stati denunciati in pieno agosto del 2019.
 
All’esito dell’istruttoria è stato lo stesso procuratore Luigi Dentis a chiedere l’assoluzione per il 39enne: “In dibattimento non è emersa una prova concreta circa la sussistenza di un rapporto di causa effetto rispetto alle azioni poste in essere dall’imputato. Anche qualora si ritenesse che l’irrorazione possa avere determinato un danno nella proprietà del vicino, non c’era alcuna volontà di colpire le piante con il diserbante”. La manutenzione ordinaria di un prato, ha aggiunto il pubblico ministero, “può comportare questo tipo di problemi, specie se fatta in autonomia”.
 
Conclusioni analoghe, ovviamente, quelle formulate dall’avvocato Gabriella Chiapella: “Le dichiarazioni rese dal querelante sono confusionarie e contraddittorie. Ai carabinieri racconta di aver visto il suo vicino spargere diserbante all’imbrunire, in aula invece sostiene che sia accaduto al mattino. Dice anche di averlo osservato dalla sua camera da letto ma i testimoni sentiti confermano che da quella finestra è impossibile scorgere quell’angolo della proprietà”. Per il legale la vicenda, inserita in un contesto di ripetute rivalse giudiziarie, mancava comunque dei presupposti necessari per poter parlare di reato.
 
La comune richiesta formulata da accusa e difesa è stata accolta dal giudice Anna Gilli, che ha mandato assolto con formula piena l’agricoltore.

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