CUNEO - Minacce telefoniche a un avvocato, a processo un 63enne

L’imputato, un siciliano residente a Grugliasco, è lo zio di un ex cliente del professionista cuneese. All’origine dei fatti ci sarebbe il pagamento di una parcella

a.c. 07/05/2021 19:31

 
Questa volta a un noto professionista del foro cuneese è toccato accomodarsi sulla sedia dei testimoni anziché dietro al banco degli avvocati. La vicenda che lo riguarda in prima persona infatti lo vede come presunta vittima di una minaccia da lui stesso denunciata nel febbraio di tre anni fa.
 
Quel giorno, ha raccontato, stava ricevendo un cliente nel suo studio del centro quando il suono del telefono lo aveva costretto a interrompere il colloquio. Dall’altro capo della cornetta proveniva la voce di un uomo che - dopo essersi qualificato come zio di un suo assistito - aveva preso a ingiuriare e minacciare l’avvocato: in querela sono state riportate frasi come “ti stacco la testa e te la faccio mangiare” “ammazzo te e la tua famiglia” “ti vengo a cercare, so dove abiti e dove hai l’ufficio”. Lo sconosciuto interlocutore, dopo aver annunciato che si sarebbe trattenuto in Italia solo per altri tre giorni, aveva quindi riagganciato.
 
Le ragioni di tale violenza verbale, ha spiegato la parte offesa, sono probabilmente da ricercare negli screzi con il presunto nipote del chiamante: anni prima l’avvocato aveva seguito per lui una causa penale contro un odontoiatra di Vignolo, ottenendo all’esito del processo il risarcimento dei danni. Il cliente aveva avvertito il legale di non poter saldare subito la sua parcella e quest’ultimo aveva acconsentito a dilazionare il pagamento, trattenendo però in acconto il risarcimento del medico. Proprio questa circostanza avrebbe fatto infuriare il cliente: in seguito a una turbolenta discussione, il difensore aveva dismesso il suo mandato e aveva in seguito avviato una procedura di pignoramento per ottenere quanto gli era dovuto.
 
Sebbene l’ex cliente avesse da subito negato di conoscere il numero di cellulare da cui era partita la telefonata minatoria, i carabinieri hanno potuto appurare che la sim riconduceva in effetti alla moglie di un suo zio materno, tale C.B., nato a Venetico (Me) nel 1958 e residente a Grugliasco nell’hinterland torinese. Secondo gli inquirenti sarebbe lui l’autore delle minacce: l’uomo è stato denunciato e rinviato a giudizio ma finora non ha mai reso alcuna dichiarazione alle autorità, avendo fra l’altro trascorso un lungo periodo all’estero prima di rientrare in Italia. Il prossimo 13 settembre si terrà l’ultima udienza del processo.

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