CUNEO - Molestie telefoniche a un’avvocatessa di Cuneo, condannato un 33enne

Si tratta di un molestatore seriale che aveva già inanellato 34 condanne per reati analoghi e una per stalking. La difesa chiedeva l’infermità mentale

Andrea Cascioli 19/06/2025 13:10

Aveva telefonato più volte allo stesso numero di telefono, quello di un’avvocatessa cuneese, ingiuriandola con epiteti di natura sessuale. Otto o nove chiamate in tutto, da un numero anonimo: “Un soggetto con una voce sconosciuta e un accento non piemontese” ricorda la professionista, che ha denunciato l’accaduto senza costituirsi in giudizio contro il molestatore.
 
Una delle telefonate era durata un po’ più a lungo ed era stata registrata. È riportata nel capo d’imputazione con cui è stato rinviato a giudizio Stefano Ravenna, romano, classe 1992. Un habitué delle aule di giustizia, dove il suo nome compare ormai da un decennio in tutta Italia, sempre per la stessa ragione. Prima dell’ultima a Cuneo aveva già collezionato ben 34 condanne per molestia, più una per stalking. Al momento si trova in carcere per una diversa vicenda.
 
“Ho fatto querela perché spaventata, anche mia figlia temeva fosse un maniaco che poteva appostarsi fuori dallo studio” ha spiegato l’avvocatessa. Quando i carabinieri sono risaliti all’autore presunto delle chiamate, lei ha chiarito di non aver mai avuto nulla a che fare con questa persona: non era stato un suo assistito, o una controparte. Nemmeno un allievo di una scuola in cui lei avesse insegnato, come aveva sospettato all’inizio: “Il mio numero di cellulare è pubblico” ha precisato l’autrice della querela.
 
Un elemento che ha agevolato la molestia, ha osservato a questo proposito il pubblico ministero Raffaele Delpui, parlando di “invasività nella sfera psicologica della vittima” e chiedendo per l’imputato tre mesi di arresto. L’avvocato Vincenzo Bofisé aveva chiesto al giudice di considerare la diagnosi di disturbo della personalità formulata già nel 2012: “Sono fatti reiterati e anomali che vanno letti alla luce dei certificati medici: proprio i numerosi procedimenti pregressi confermano l’attualità della diagnosi”. Il 33enne, ha aggiunto l’avvocato, “è stato oggetto di bullismo ai tempi della scuola, lasciandola anzitempo ai tempi delle medie e rimanendo al di fuori dei circuiti di crescita che un ragazzo dovrebbe avere in epoca adolescenziale”.
 
Il giudice Mauro Mazzi ha tuttavia escluso l’incapacità mentale, condannando il molestatore alla pena di due mesi di arresto. Nei suoi confronti, come richiesto dalla Procura, c’è anche la dichiarazione di abitualità a delinquere.

Notizie interessanti:

Vedi altro