Si conclude con un’oblazione il processo per disturbo della quiete pubblica nei confronti della titolare del bar Mirela di Cuneo, situato all’angolo tra piazzale Libertà e via Silvio Pellico. Con questo istituto giuridico la legge consente a un imputato di estinguere il reato pagando una sanzione: 154 euro, nel caso specifico. Solo due dei quindici episodi in contestazione erano ancora “in piedi”. Per i restanti tredici, infatti, c’era già stata sentenza di assoluzione, pronunciata dal giudice Lorenzo Labate lo scorso anno. La Cassazione aveva però rilevato un difetto di motivazione e rinviato la questione, di nuovo, all’esame del tribunale di Cuneo. Il giudice Francesca Grassi, su richiesta dell’avvocato Aldo Serale, ha ammesso la titolare del locale, M.S., al pagamento dell’oblazione per i restanti due episodi. Si tratta di una vicenda risalente al biennio 2020-21, nell’ambito della quale le serate karaoke del bar erano finite nelle doglianze di ventisei residenti, insieme agli schiamazzi dal vicino fast food sudamericano Chicken King’s Latino, in via Pellico. La posizione dei residenti che hanno promosso la causa non era però la stessa della Procura. A differenza di quanto accaduto nei casi precedenti, riguardanti il Lucertolo’s di vicolo Quattro Martiri e gli ex Lavatoi, la pubblica accusa aveva chiesto di assolvere le imputate perché, secondo il pm Alessandro Bombardiere, “hanno portato avanti un’attività lecita, forti dei permessi in deroga rilasciati dal Comune, e si sono attivate perché gli schiamazzi non arrivassero oltre una certa soglia”. A queste conclusioni si era opposto il legale della parte civile, l’avvocato Claudio Massa, che ha patrocinato anche le altre cause analoghe in città. Per la legge, ha ricordato, nelle ore notturne basta un differenziale di tre decibel rispetto al normale rumore di fondo per scivolare nell’illegalità. Uno dei residenti, docente di musica al Conservatorio, aveva misurato emissioni superiori ai 60 decibel nelle vicinanze del bar Mirela, a fronte di soli 38 decibel in un momento di quiete notturna. Per quanto concerne il Chicken King’s, aveva aggiunto il legale, “si percepivano dai piani di sopra anche vibrazioni. Cosa indirettamente confermata dalla sorella della titolare, la quale ha detto a giustificazione che i latini ‘più latini’ degli italiani hanno abitudine alla fragorosità”. Oggi il Chicken King’s ha cambiato gestione e la convivenza nella via si è fatta meno complicata. Lo testimoniano anche i dati dell’ultimo incontro tra il Comitato di Quartiere Cuneo Centro e l’amministrazione comunale. In materia di feste private, musica e permanenza dei clienti all’esterno dei locali, dalle 24 segnalazioni del 2023 si è passati alle sole due registrate nel 2024. L’ex titolare del fast food, condannata in primo grado a un mese di arresto, ha presentato appello contro la sentenza.