CUNEO - Muratore albanese litiga col vicino e gli lancia una mazza: ‘Africano, vattene al tuo paese’

La denuncia di un pizzaiolo marocchino di Madonna dell’Olmo: ‘Lavoro qui da 33 anni, mi ha umiliato’

Immagine di repertorio

a.c. 04/12/2019 16:56

 
Una lite condominiale degenerata in insulti a sfondo razziale, con la particolarità che a offendere il vicino di origini maghrebine sarebbe stato un altro immigrato, di nazionalità albanese.
 
Il processo per minaccia e tentate lesioni personali aggravate contro M.B., titolare di un’impresa edile a Madonna dell’Olmo, si è aperto stamani davanti al Tribunale di Cuneo. Ad accusarlo è un cittadino marocchino, residente a Cervasca e proprietario di una pizzeria nello stesso condominio in cui abita l’imputato.
 
Tra i due esistono dissapori personali di lunga data, aggravati da un incidente stradale e da svariati litigi. Nella serata del 26 giugno dello scorso anno, il ristoratore avrebbe avuto di nuovo da ridire con il vicino per una questione di parcheggi: “Quando ho visto il suo camion parcheggiato davanti al mio garage ho scattato alcune fotografie dal balcone della pizzeria. Lui mi ha insultato e gli ho risposto a tono”.
 
Mentre l’uomo stava per rientrare nella cucina del locale, però, M.B. avrebbe afferrato una pesante mazza da muratore scagliandola verso il balcone e urlando improperi all’indirizzo dell’altro: “Mi diceva ‘africano di m., vattene al tuo paese’”. La mazza sarebbe rimbalzata contro la ringhiera del balcone per poi ricadere in cortile: “Ero a poco più di due metri d’altezza. Se non fosse stato per la ringhiera - ha aggiunto l’autore della denuncia - avrebbe colpito me o il vetro della cucina”.
 
Sembra che nessuno - a parte i diretti interessati - abbia assistito alla scena, ma due dipendenti della pizzeria hanno confermato di aver ascoltato il litigio tra il loro datore di lavoro e l’imprenditore edile: “Ero in cucina, vicino al balcone - ha raccontato una dipendente - ho sentito l’albanese insultare il proprietario del ristorante con epiteti razzisti e poi l’ho visto lanciare il martello contro la ringhiera”. Circostanza confermata anche da un 22enne che all’epoca lavorava come pizzaiolo nel ristorante: “Dopo la lite ho sentito un tonfo e volevo andare a vedere cosa stesse succedendo, ma la mia collega mi ha trattenuto. Quando il padrone del locale è rientrato mi ha detto che il vicino gli aveva lanciato contro un martello”.
 
Gli agenti della Questura, allertati sia dalla moglie del ristoratore che dall’imputato, erano arrivati nel cortile condominiale qualche minuto dopo senza però trovare traccia né del camion né dei due contendenti. I due uomini erano poi stati interrogati sulla dinamica del litigio. “Più del lancio dell’oggetto mi ha ferito sentirmi insultare per le mie origini” ha spiegato il maghrebino, aggiungendo: “Sono qui da trentatre anni e ho sempre lavorato, non ho mai rubato niente a nessuno”.
 
Il processo è stato rinviato al 19 febbraio 2020 per l’audizione dei testi della difesa e l’esame dell’imputato.

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