CUNEO - ‘Né premeditazione né volontà di suicidarsi dopo il delitto: Borgheresi ha ucciso d’impulso’

Dopo la convalida del fermo per l’assassino di Mihaela Apostolides, parla l’avvocato Beatrice Rinaudo: ‘Ha perso la testa, ora è consapevole del male che ha fatto’

Andrea Cascioli 27/05/2020 13:54

 
Non c’era nessuna premeditazione e nessuna volontà di compiere un suicidio dopo il delitto dell’Auchan. A sostenerlo è il legale di Francesco Borgheresi, il militare 42enne che nel tardo pomeriggio di venerdì 22 maggio ha ucciso con una pistola 7,65 la 44enne Mihaela Apostolides, nel parcheggio dell’ipermercato cuneese.
 
In un primo tempo gli inquirenti avevano ipotizzato che l’uomo si fosse ferito alla mano sinistra, dopo aver commesso il delitto, nel tentativo di mettere fine anche alla sua esistenza. Sembrava improbabile infatti che una persona così avvezza all’uso delle armi, che deteneva legalmente sia nel suo lavoro che per scopi sportivi, si fosse colpito in modo involontario. Beatrice Rinaudo, l’avvocato torinese che ha assistito Borgheresi durante gli interrogatori in Procura, esclude tuttavia questa ipotesi.
 
Scapolo e originario della provincia di Firenze (da bambino è cresciuto nella comunità del Forteto, più tardi al centro di numerosi scandali), Borgheresi aveva conosciuto la vittima un paio d’anni fa nel locale notturno di Verzuolo dove lei lavorava. A quel tempo prestava servizio come caporalmaggiore degli alpini a Pinerolo. Pochi mesi dopo era stato trasferito nella sua Firenze presso l’Istituto poligrafico, ma aveva continuato a frequentare la donna di origini rumene, residente nella Granda da quasi vent’anni e madre di una ragazza oggi adolescente che a breve sarebbe dovuta venire a vivere con lei a Cuneo.
 
Probabilmente c’è una chiave di lettura diversa: per lei Francesco era un amico o poco più, mentre lui riteneva che fosse una cosa più seria” spiega l’avvocato Rinaudo. Agli inquirenti Borgheresi ha parlato di una relazione che era andata via via deteriorandosi, di continui prestiti di soldi (da ultimo, un bonifico da 20mila euro) elargiti alla donna, della gelosia verso un presunto amante: “Per lei ha fatto veramente tanto. Di fronte all’ennesima discussione, sentendosi insultato e tradito, ha perso la testa”. Non risultano, in passato, segnali di allarme specifici: nessuna denuncia, nessun intervento delle forze dell’ordine. Solo il silenzioso sfacelo di un uomo incapace di accettare che la relazione su cui aveva investito così tanto dal punto di vista emotivo non fosse nulla - o quasi - di concreto.
 
Dopo la convalida del fermo da parte del gip Emanuela Dufour, avvenuta martedì mattina, Borgheresi resta in carcere a Cerialdo: “Ora è molto provato, anche per la consapevolezza del male che ha fatto. Avendo subito quello che ha subito in passato al Forteto, comprende molto più di altri il danno che le sue azioni hanno provocato” osserva ancora Rinaudo. Il sostituto procuratore Alberto Braghin non ha richiesto una perizia psichiatrica, si attende invece l’esito dell’autopsia che a causa delle difficoltà determinate dalle norme anti-Covid avrà tempi più lunghi del solito. Solo dopo il responso la Procura deciderà se optare per il giudizio immediato.

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