BOVES - Omicidio Nada Cella, la Procura va avanti: per gli inquirenti l’assassina è Annalucia Cecere

Notificato l’avviso di conclusione indagini all’ex maestra. Per il delitto del 1996 sono indagati per favoreggiamento anche il datore di lavoro della vittima e la madre

in foto: Annalucia Cecere, unica indagata per il delitto del 1996

Redazione 18/10/2023 19:30

Chiuse le indagini per l’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria massacrata nel 1996 nello studio del commercialista per cui lavorava a Chiavari, Marco Soracco. L’avviso è stato notificato all’unica indagata, Annalucia Cecere.
 
La Procura di Genova va dunque avanti e anche senza la prova del Dna è convinta che l’assassina sia l’ex insegnante, trasferitasi a Cuneo pochi mesi dopo il delitto e oggi residente a Mellana di Boves con la famiglia. La donna, assistita dall’avvocato Giovanni Roffo, ha ora venti giorni di tempo per farsi eventualmente interrogare. A fare riaprire il caso era stata la determinazione della criminologa Antonella Delfino Pesce, insieme all’avvocato Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati. Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione, anche la testimonianza di una donna che aveva detto di avere visto, la mattina del delitto, la Cecere sotto lo studio di Soracco mentre andava via sul suo motorino.
 
Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero esserci ancora possibili tracce, nel caso in cui l’ex insegnante avesse ucciso Cella. Gli inquirenti ipotizzano che Cecere abbia ucciso per gelosia nei confronti di Soracco, che avrebbe nutrito un interesse sentimentale invece per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio alcuni bottoni trovati all’epoca in casa dell’indagata, uguali a uno che fu rinvenuto sotto il corpo della segretaria.
 
La Procura ha contestato ad Annalucia Cecere le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, ma non la premeditazione. A ricevere l’avviso di conclusione indagini anche il commercialista Marco Soracco e l’anziana madre di quest'ultimo Marisa Bacchioni. A loro due vengono contestate non solo le false dichiarazioni al pubblico ministero ma anche, per la prima volta, il favoreggiamento.

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