BOVES - Omicidio Nada Cella, l’ipotesi della Procura: l’autrice della telefonata anonima è una suora?

Filtrano indiscrezioni sulle indagini, volte a identificare la donna che nel 1996 telefonò per dire di aver visto Annalucia Cecere allontanarsi dal luogo del delitto

a.c. 18/11/2021 22:00

Potrebbe essere una suora o una perpetua l’anonima testimone che la mattina del 6 maggio 1996 avrebbe visto Annalucia Cecere, l’ex insegnante di Boves indagata per l’omicidio di Nada Cella, andare via col motorino dallo studio di via Marsala a Chiavari dove la segretaria 24enne fu trovata agonizzante.
 
È una delle ipotesi a cui stanno lavorando la procura e gli investigatori della squadra mobile che cercano di risalire alla donna, a quanto riferito dall’Ansa Liguria. La donna, infatti, si definisce “signorina”, un termine che in genovese era usato per indicare le perpetue o le suore. Ma anche le prostitute. Potrebbe però essere anche una semplice donna single.
 
Negli ultimi giorni si sarebbero presentate alcune persone che affermano di aver riconosciuto la voce, ma gli inquirenti stanno verificando la loro credibilità. L'anonima, è emerso ieri, non era sola. “Le altre stanno tutte zitte ma eravamo diverse. Io non faccio nomi ma eravamo diverse, io non so perché le altre non parlano. Eravamo in cinque”, dice nella telefonata dell'agosto 1996 fatta alla casa di Marco Soracco, il commercialista dove Nada lavorava. A rispondere era stata la mamma di quest'ultimo. I due sono ora indagati per false dichiarazioni al pm perché non avrebbero raccontato tutto quello che sapevano sulla Cecere e sul delitto.
 
Nei giorni scorsi era stato diffuso un altro spezzone della chiamata in cui la donna diceva di avere visto Cecere “sporca” e di averla notata nel momento in cui “ha infilato tutto nel motorino”, prima di allontanarsi in fretta. Lo scooter è stato sequestrato settimane fa in un box a Mellana, dove la sospettata, oggi 53enne, vive da anni insieme alla famiglia: per gli inquirenti, potrebbero esserci tracce di Dna.
 
A fare ipotizzare che l’anonima autrice della chiamata possa essere vicina al mondo ecclesiastico concorre anche il fatto di avere descritto la Cecere come una persona incline alla violenza: “Abbiamo parlato con qualche ragazza tra noi e abbiamo detto ce l'ha l'ardire, perché quando dice 'ti spacco la testa in due'”, la si sente dire in un altro, confuso, spezzone di telefonata. Una circostanza che farebbe quindi ipotizzare una conoscenza non superficiale della donna. L’ex insegnante era stata in istituto a Santa Margherita: potrebbe averla conosciuta lì? Un quesito a cui potrebbe dare risposta solo la donna che telefonò tre mesi dopo, dicendo di avere visto Annalucia.

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