CUNEO - Padre di famiglia incensurato ricatta e violenta per mesi una ragazzina tredicenne

L’uomo, un trentenne, teneva sotto scacco la vittima tramite Instagram, con la minaccia di divulgare alcune sue foto in atteggiamenti intimi. Ora è in galera

Samuele Mattio 12/03/2019 11:57


Un militare di Cuneo (alpino di sede alla caserma Vian) è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una minorenne. Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Cuneo l’uomo, un trentenne sposato e con figli, incensurato, sarebbe responsabile di ripetute violenze sessuali nei confronti di una ragazzina di tredici anni. L’alpino è anche accusato di divulgazione di materiale pedopornografico attraverso il web.
 
L’uomo, dopo aver carpito la fiducia della ragazzina , si sarebbe fatto inviare delle sue foto intime, costringendola  a subire molteplici rapporti sessuali, completi e senza precauzioni. I fatti si sarebbero svolti dal 2015 al 2017. La polizia è venuta a conoscenza nell’ottobre 2018, quando un terzo (si tratta di un profilo Instagram di cui è da accertare la paternità), ha nuovamente provato a ricattarla.

Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe inizialmente contattato la tredicenne tramite il social network Instagram dopo averla adescata tramite una compagna di classe. Inizialmente l’uomo aveva chiesto alla giovane di incontrarla, tentando di approcciare, ma lei lo ha respinto. In seguito ha fatto leva sulla sua sensibilità per ottenere delle foto intime, minacciando di rivelare la loro millantata frequentazione ai suoi genitori. La debolezza psicologica ha fatto il resto e lui l’ha dunque costretta a una violenza sistematica con la minaccia di divulgare le immagini. Queste foto hanno costituito un’arma in mano all’indagato, che hanno prodotto uno stato di grave sofferenza nella preadolescente. A segnalare il reato alla polizia di Stato sono stati gli amici della vittima, in seguito la giovane è stata convocata in Questura e da lì sono partite le indagini

Mariella Faraco, Ispettore Capo della Polizia di Stato responsabile per i reati contro la persona in danno dei minori e reati sessuali, ha commentato: “Una vicenda difficile, fatta soprattutto di silenzi e di un linguaggio non verbale. I compagni di scuola e gli insegnanti hanno dato una grossa mano”. Il timore è che la persona che si trova tutt’ora in carcere abbia commesso lo stesso reato su altre ragazze, per questo motivo le indagini proseguono senza sosta.

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