CUNEO - Parla il giovane accusato di minacce a un parlamentare: “Ha preso la palla al balzo per un pugno di voti”

Un ragazzo di Cuneo, all’epoca minorenne, è indagato insieme a un amico per una telefonata al leghista Francesco Zicchieri: “Questa storia grottesca mi spaventa”

in foto: il deputato Francesco Zicchieri, autore della denuncia

a.c. 09/01/2022 15:45

La sua verità l’ha affidata a Instagram, in due lunghe “stories” nelle quali racconta per filo e per segno come abbia fatto a finire indagato per un reato grave dai magistrati di Latina. Lui è un giovane di Cuneo, non ancora ventenne: sul suo profilo lo si vede ritratto in varie foto, pettinature alla moda, didascalie ironiche e una faccia da bravo ragazzo.
 
Il reato per cui la sua posizione è al vaglio della Procura laziale è quello all’articolo 338 del nostro codice penale, “violenza o minaccia a un corpo politico dello Stato”. Le pene previste vanno da uno a sette anni: c’è poco da scherzare, insomma, anche per un incensurato poco più che adolescente. A lui gli inquirenti sono arrivati acquisendo i tabulati telefonici dell’onorevole Francesco Zicchieri da Terracina, 43 anni, in passato consigliere comunale di Alleanza Nazionale e poi deputato e coordinatore regionale della Lega.
 
Il parlamentare aveva denunciato di aver ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto nel settembre del 2020, mentre si trovava al ristorante con altre due persone. Nella chiamata - seguita poi da una successiva, in altra sede - un interlocutore che descriveva come un uomo “dalla voce camuffata e con accento campano” gli avrebbe detto di conoscere l’indirizzo della sua abitazione, intimandogli di rimanere a Roma e facendo allusioni poco chiare a un “premio” da ritirare: “Hai vinto due tacchini. Li puoi ricevere vivi con la testa o morti senza testa”. Per Zicchieri quella frase poteva essere un riferimento inquietante ai suoi due figli. Il basso Lazio è da tempo terra di conquista per le organizzazioni camorristiche e proprio Terracina fu teatro nel 2012 dell’esecuzione del boss degli scissionisti di Scampia Gaetano Marino, freddato da due killer sulla spiaggia, in mezzo ai bagnanti. Appena dopo le ultime elezioni comunali, in corso nel periodo in cui Zicchieri aveva ricevuto la misteriosa telefonata, è emerso inoltre che la consigliera Sara Norcia, campionessa di preferenze nella Lega, aveva intrattenuto una relazione con Eduardo Marano, genero del boss di Secondigliano Gennaro Licciardi detto “la Scimmia”.
 
Forse sono stati anche questi elementi ad indurre il sostituto procuratore Simona Gentile a prendere sul serio la minaccia telefonica, arrivata nell’imminenza del ballottaggio alle comunali e di una visita di Matteo Salvini in città. Per fortuna, però, le indagini hanno dissipato i sospetti. Si è scoperto infatti che la chiamata era partita dall’utenza di un dipendente Asl di Salerno, padre di un figlio diciottenne. Il resto lo ha raccontato il “complice” cuneese della bravata: “Io e il mio amico di Salerno ai tempi avevamo rispettivamente 17 e 18 anni. Come ogni giornata ci trovavamo su Discord [piattaforma di messaggistica istantanea sul web, ndr] per giocare e per parlare. Il fatidico 25 settembre 2020 lui si mise a chiamare gente a caso per recitare scherzi telefonici innocui e anche banali con il mio aiuto. Io gli davo i numeri, lui li componeva. Alle 16:19 circa gli ho dato il numero di questo parlamentare, che trovai online. La chiamata è durata 56 secondi e fortunatamente la registrai (per il meme). È per questo che avevo la registrazione, faceva ridere e niente altro”.
 
Da parte loro nessuna offesa e nessuna minaccia, meno che mai collegata all’attività politica di Zicchieri nella Lega, assicura il giovane: “Anche dalla registrazione si evince che non viene minimamente citato il suo partito, la sua attività per la campagna elettorale in corso o cosa dovrebbe fare. Non è vero che lo abbiamo minacciato di tornare a Roma, non è vero tutto ciò che ha dichiarato, non è vero tutto ciò per cui ci ha denunciato”. La registrazione è stata fornita anche ai carabinieri, ma ora gli autori dello scherzo temono le possibili conseguenze: “Un po’ mi spaventa questa storia grottesca, ma sono davvero curioso di vedere cosa succederà. Se questo scherzo lo avessimo fatto a un normale cittadino, si sarebbe già chiuso da tempo”.
 
Il sospetto, aggiunge il ragazzo, è che si sia voluto ingigantire un episodio innocuo per una speculazione elettorale: “Zicchieri ha tentato di prendere la palla al balzo, evidentemente per un pugno di voti o per dare una dose ‘booster’ alla campagna elettorale in corso. Eppure non voglio puntare il dito contro nessuno, anzi, mi preme specificare che sento preoccupazione nei confronti delle persone che si sono sentite in qualche modo minacciate. Se veramente si è sentito in pericolo, sono contento di rifargli sentire la registrazione originale che ho con gioia custodito così da dissolvere le sue paure”. Dall’onorevole l’indagato spera ora di avere qualche riscontro diretto, concludendo con un po’ di ironia per stemperare la tensione: “Magari potremmo ritrovarci tutti quanti a mangiare un arrosto di tacchino”.

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