CUNEO - Peculato e falso ideologico, giudizio abbreviato per un dirigente del tribunale di Cuneo

Ugo Margaria ha una precedente condanna per truffa allo Stato. La Procura lo accusa di aver sottratto notebook e pc agli uffici e ritardato alcuni ricorsi in appello

a.c. 01/04/2021 20:16

 
Deve rispondere di peculato aggravato e falso ideologico il dirigente del tribunale di Cuneo Ugo Margaria, già direttore amministrativo del tribunale di Saluzzo prima dell’accorpamento.
 
Le accuse formulate contro di lui si riferiscono al periodo compreso tra l’autunno 2016 e il febbraio 2019, quando Margaria era stato appena trasferito a Cuneo e inquadrato nella cancelleria del palazzo di giustizia del capoluogo. In questa veste si sarebbe appropriato di diversi beni elettronici nelle disponibilità degli uffici, per la precisione cinque notebook, tre personal computer, due monitor, un mouse, una stampante e un cavo di alimentazione. Le imputazioni di falso ideologico si riferiscono invece al fatto che nel gennaio 2019 avrebbe dichiarato l’insussistenza di fascicoli relativi ai ricorsi in appello delle sentenze emesse. Ben trenta di questi fascicoli invece erano stati ritrovati nell’ufficio di Margaria, che avrebbe dovuto inoltrarli alla Corte d’Appello. Tra giugno 2018 e gennaio 2019, inoltre, il dirigente avrebbe annotato falsamente la trasmissione alla stessa Corte d’Appello degli atti processuali relativi a tre procedimenti.
 
Il dirigente, assistito dall’avvocato Pier Carlo Botto, è stato sospeso dal servizio nel gennaio 2020 in seguito alla scoperta dei presunti illeciti. Ora sarà giudicato con rito abbreviato, condizionato a una perizia psichiatrica: il collegio giudicante presieduto da Marcello Pisanu ha fissato per il 12 maggio il conferimento dell’incarico al perito che dovrà valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei fatti. Nel frattempo, quest’ultimo ha già risarcito la somma di 5mila euro.
 
Nel gennaio dello scorso anno Margaria aveva patteggiato in appello una condanna a sedici mesi di carcere per truffa allo Stato. I fatti si riferivano al periodo in cui era ancora direttore del tribunale di Saluzzo e prendevano origine da varie segnalazioni sulle sue assenze ingiustificate. Il giudice Elisabetta Meinardi in primo grado ne aveva riconosciuto la totale incapacità di intendere e di volere a seguito della perizia psichiatrica. I giudici della Corte d’Appello, invece, avevano rilevato un vizio di mente solo parziale a seguito di una nuova perizia.

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