CARAGLIO - Piromane a processo: incendiò un fienile a Caraglio e i cestini di piazza Foro Boario a Cuneo

Nel novembre 2017 il rogo di una cascina provocò una strage di pecore. L’imputato è sotto accusa anche per aver appiccato il fuoco nelle vicinanze dell’Open Baladin

a.c. 21/10/2019 17:54

 
Davanti agli occhi dei pompieri si era presentata una scena terribile: i corpi carbonizzati di otto pecore e altrettanti agnellini erano stati recuperati dopo un’intera notte di sforzi per estinguere il rogo di un fienile nelle campagne di Caraglio.
 
L’incendio era divampato la notte del 3 novembre 2017 distruggendo un cascinale in via Busca, a 200 metri dal bivio per Paschera San Defendente. I soccorritori avevano potuto mettere in salvo solo parte del bestiame, appartenente a un margaro di Roccabruna che affittava la stalla a una famiglia di agricoltori buschesi.
 
I Carabinieri, primi ad arrivare, avevano subito individuato nelle vicinanze dell’edificio un uomo che si aggirava in stato confusionale, tenendo in mano una bottiglia di amaro San Simone: “Gridava in piemontese ‘le bere! Le bere!’ (le pecore, le pecore, NdR) e varie frasi sconnesse, affermando di volersi uccidere” ha ricordato in tribunale il maresciallo capo Antonio Confuorto. La persona era stata soccorsa e identificata subito come L.M., già noto alle forze dell’ordine perché in un paio di occasioni aveva minacciato di buttarsi da un ponte. Originario di Castelmagno, L.M. aveva occupato in maniera abusiva un casotto collocato proprio a ridosso del fienile.
 
I Vigili del Fuoco avevano rinvenuto segni di bruciature anche su un paio di rotoballe nel cortile della cascina, possibili tentativi di innescare il rogo che poi avrebbe avvolto il fienile: un incendio di vaste proporzioni, che senza un impiego massiccio di mezzi avrebbe distrutto l’intero complesso. Oltre ai Vigili del Fuoco di Cuneo erano intervenuti i volontari dei distaccamenti di Dronero, Busca e Morozzo.
 
L.M., denunciato per incendio, uccisione di animali, occupazione abusiva e danneggiamento, deve rispondere anche di un altro episodio avvenuto a Cuneo, in piazza Foro Boario, il 22 novembre successivo. In questa occasione l’imputato era stato trovato dai dipendenti dell’Open Baladin con un accendino in mano, mentre appiccava il fuoco ad alcuni imballaggi di plastica appoggiati su un muro esterno del locale: “Era alterato, gli ho tolto l’accendino di mano e sono rimasto con lui per qualche minuto, parlandogli per tranquillizzarlo” ha testimoniato un ex dipendente del Baladin, affermando di averlo visto in seguito allontanarsi in direzione di corso Kennedy. Pochi istanti più tardi, però, si era convinto a chiamare la Polizia dopo aver notato le fiamme sprigionatesi da un cestino e da un cassonetto della raccolta differenziata. Gli agenti della Questura avevano ritrovato L.M. riverso a terra in corso Kennedy, con un altro accendino in mano e segni di bruciature sui pantaloni.
 
Al termine dell’udienza, il giudice ha disposto il rinvio al prossimo 19 dicembre e ha richiesto una valutazione medica sui risultati della permanenza dell’imputato presso il centro Cufrad, la struttura psichiatrica che lo ha attualmente in cura.

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