CUNEO - Pluripregiudicato dà di matto mentre viene riaccompagnato nel suo paese d'origine

Sull'aereo ha provato ad autolesionarsi tirando testate all'oblò e agli agenti. Il 37enne era gravato da un provvedimento di espulsione coattiva

Samuele Mattio 02/10/2018 12:58

Giovedì 27 settembre è stata una giornata piuttosto complicata per due agenti di Polizia della Questura di Cuneo, deputati alla scorta internazionale per un tunisino pluripregiudicato gravato un provvedimento di espulsione coattiva e accompagnamento nel paese di provenienza. I due hanno tradotto il criminale dal carcere di Cerialdo all’aeroporto di Malpensa e sono saliti a bordo dell’aeromobile diretto a Tunisi in sua compagnia.
 
Appena salito sull’aereo l’uomo, un 37enne, ha provato ad autolesionarsi colpendo l’oblò a testate. Non pago ha anche cercato di colpire al volto i due questurini, nonostante fosse ammanettato.Trattandosi di un volo di linea il malvivente ha cercato di fomentare i passeggeri asserendo di essere vittima della polizia e che per via delle sue precarie condizioni di salute non doveva essere espulso e stava subendo degli abusi. 
 
Il balordo, con precedenti per spaccio, rissa, reati contro la persona e il patrimonio, è riuscito nell’intento di convincere qualche passeggero di non poter volare in quelle condizioni, ma l’intervento del Comandante ha convinto tutti, in quanto erano state rispettate tutte le procedure del caso. Nonostante le bizze del pregiudicato abbiano causato al volo una decina di minuti di ritardo, l’aereo è atterrato senza ulteriori problemi a Tunisi alle 14.20 e il malfattore è stato consegnato alle autorità tunisine, che hanno provveduto a tradurlo in carcere.
 
Il Questore di Cuneo, Emanuele Ricifari, ha commentato la vicenda: “Spesso il soggetto tradotto prova a simulare sensazione di disagio per far saltare l’operazione, ma questi tentativi non hanno mai successo. Il personale che si occupa di questi accompagnamenti è abilitato e, specie in questo caso, ha operato con la massima professionalità, cooperando con la Polizia di Frontiera e con le forze dell’ordine del paese ricevente”.


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