TARANTASCA - Provocò un incidente sulla SP 25 mandando fuori strada l’altra auto: condannato

All’origine del sinistro, avvenuto a Tarantasca, il sorpasso azzardato dell’utilitaria guidata da un nordafricano

a.c. 18/02/2020 20:15

 
Per evitare un frontale con l’auto che proveniva dalla corsia opposta si era dovuto buttare in un campo a una velocità di 120 km/h. Lo ha raccontato un saluzzese chiamato a testimoniare nel processo per lesioni stradali gravi a carico di S.S., colui che a suo dire avrebbe provocato l’incidente con un sorpasso azzardato.
 
La disavventura risale al 26 marzo 2018, scenario la Strada Provinciale 25 Cuneo-Saluzzo in corrispondenza della svolta per via delle Masche, nel comune di Tarantasca. Quell’impatto evitato per pochi centimetri avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori, ma era comunque costato al guidatore della Volvo finita fuori strada una prognosi di sessanta giorni per la frattura di una vertebra e sei mesi col busto. La Citroen Saxo guidata da S.S., immigrato di origine nordafricana, procedeva in direzione di Saluzzo e avrebbe effettuato il sorpasso per superare due auto incolonnate davanti che aspettavano l’uscita di un trattore dall’incrocio. Senza scorgere, però, chi arrivava dall’altra corsia. Sul ‘se’ e il ‘dove’ questo sorpasso sia avvenuto si sono scontrate l’accusa e la difesa: “Non può non avermi visto ed è impossibile che non abbia sentito il colpo allo specchietto come l’ho sentito io” giura il conducente della Volvo.
 
Eppure la perizia richiesta dalla Procura dimostra che un urto vero e proprio non ci sarebbe stato: “Non può esserci stato un contatto tra i due specchi perché le altezze non corrispondono. Ma questo non esclude un contatto tra le vetture che però non è stato identificato e sembrerebbe non esserci stato” ha chiarito il consulente tecnico, l’ingegner Marco Sartini. Quanto alla manovra pericolosa, comunque, il perito ritiene impossibile ipotizzare che la Saxo non abbia ostacolato l’altro mezzo: “Le tracce di uscita della Volvo cominciano dieci metri dopo l’intersezione con i veicoli fermi e la foto scattata subito dopo mostra la Saxo esattamente al centro della carreggiata”. Poco determinanti, sotto questo aspetto, le testimonianze degli occupanti delle altre auto, nessuno dei quali ha affermato di aver visto l’intera scena.
 
“Non avrebbe avuto alcun senso che la Volvo sterzasse per motivi diversi dalla ragione descritta: il conducente ferito non era né in stato di ebbrezza né distratto” ha concluso il sostituto procuratore Chiara Canepa, citando come riscontro ulteriore il fatto che l’assicurazione di S.S. lo avesse riconosciuto come unico responsabile del sinistro. A carico dell’imputato è stata chiesta una condanna pari a sei mesi, considerandone l’incensuratezza e l’atteggiamento collaborativo durante le indagini.
 
Per l’avvocato Enrico Gallo “l’unica certezza è l’uscita di strada della Volvo, ma non è dimostrato che sia riconducibile all’altra auto e anzi molti elementi portano a ritenere il contrario”. Il difensore ha ricordato come “la persona offesa dica di aver avuto un urto con la Saxo, ma per la perizia del pm non c’è stato nessun urto”. La stessa perizia, d’altronde, dimostrerebbe che “lo spostamento della Volvo è avvenuto molto dopo l’intersezione: è un fatto che deve indurre a pensare che non ci sia relazione con il sorpasso”.
 
Al termine dell’istruttoria, il giudice Sandro Cavallo ha condannato S.S. a due mesi di reclusione, più la sanzione accessoria della sospensione della patente per sei mesi.

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