BUSCA - Ruba dal bancomat di un’amica e si pente, ma viene condannato

L’uomo, un saluzzese, approfittò della fiducia di una sua conoscente di Busca in un momento di grave difficoltà. In seguito ha trovato lavoro e restituito l’intera somma

a.c. 09/10/2019 21:23

 
Nonostante la restituzione integrale della somma sottratta (e anche di qualcosa in più), il prelevamento indebito di 950 euro dalla carta di credito di un’amica è costato a un saluzzese una condanna a otto mesi di carcere e 200 euro di multa.
 
Il colpevole, N.B., ha ammesso le sue responsabilità e ricostruito i fatti del settembre 2015 in tribunale. In quel periodo si trovava in difficoltà perché era in crisi con la convivente, senza lavoro e senza una sistemazione: l’uomo, che afferma di non avere precedenti per abuso di alcol o droghe, viveva in comunità a Saluzzo e si manteneva svolgendo qualche lavoretto per T.L, una sua conoscente di Busca che aveva incontrato anni prima quando come fidanzato della figlia.
 
La signora soffriva di gravi problemi di salute, essendo affetta da diabete e alcolismo cronico che l’avrebbero portata alla prematura morte nel 2016. N.B. aveva accettato di aiutarla nelle commissioni quotidiane e nella sua attività artigianale in cambio di qualche pasto caldo: tra le varie incombenze c’era quella di accompagnarla a fare la spesa, se necessario prelevando denaro dalla carta bancomat della donna.
 
In un momento di debolezza, non aveva resistito alla tentazione di trattenere il bancomat e prelevare la somma di 950 euro all’insaputa di lei. La vittima aveva in seguito denunciato alle forze lo smarrimento della carta di pagamento, senza però nutrire sospetti: N.B., del resto, non era il solo amico che disponesse della sua carta e del codice pin per prelevare.
 
In aula è stato lo stesso convivente della defunta a confermare che in seguito N.B. si era mostrato pentito e aveva restituito in due tranche tutti i soldi prelevati, poco prima che la signora morisse. Per riuscirci si era fatto aiutare in un primo tempo dalla madre e dalla sorella, poi ha saldato il resto del debito con le sue risorse quando ha finalmente ricominciato a lavorare.
 
Oggi l’uomo ha ripreso in mano la sua vita, ha una residenza stabile con la sua compagna e le due figlie e continua a lavorare. Riconoscendo la “condizione di grave difficoltà di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda”, il pubblico ministero ha chiesto per lui l’assoluzione dal reato di furto e la condanna per il solo utilizzo indebito del bancomat. Il giudice ha accolto la richiesta limitandosi a mitigare la pena proposta.

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