CUNEO - Ruba un telefono su una panchina in corso Giolitti: “L’ho trovato, adesso è mio”

Il 26enne ghanese, un ex richiedente asilo gravato da numerose denunce, è stato condannato per resistenza. Ora ha il divieto di dimora nella Granda

Andrea Cascioli 16/02/2024 16:00

Reclamava il diritto di tenere per sé un telefono cellulare perché lo aveva trovato su una panchina a Cuneo, in corso Giolitti. Il legittimo proprietario, un cittadino bengalese, era tornato a riprenderlo poco dopo, ammettendo la dimenticanza. Ma l’altro uomo non aveva voluto sentire ragioni, anzi aveva anche aggredito con pugni e calci i poliziotti intervenuti per convincerlo a restituire l’oggetto.
 
L’ennesima intemperanza di Bilal Awudu, uno dei “soliti noti” delle aule giudiziarie cuneesi, si è conclusa stavolta con una condanna a dieci mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Si somma a quelle già accumulate negli ultimi mesi, tra cui un altro episodio di resistenza: in quell’occasione aveva spintonato sulle scale della stazione un poliziotto perché, in periodo Covid, rifiutava di indossare la mascherina che gli era stata offerta. Più grave la violenza per cui è stato giudicato nel novembre scorso: dopo aver tentato di rubare una bicicletta da una rastrelliera del Movicentro, aveva aggredito un autista di bus intervenuto per dissuaderlo e l’aveva preso a sassate. Il malcapitato si era ritrovato con una serie di ferite, anche alla testa, e una prognosi ospedaliera di quindici giorni.
 
Il proprietario del cellulare ha comunque deciso di rimettere la querela, evitandogli almeno l’ulteriore condanna per furto. Questo nonostante Awudu avesse scagliato con violenza lo smartphone sul pavimento della Questura, rompendolo. Curiose le circostanze del ritrovamento: il fermato sosteneva che il bene gli spettasse perché lo aveva ritrovato incustodito. Mentre si dimenava, tenendolo in mano, i poliziotti avevano potuto notare sullo schermo una fotografia di famiglia in cui era ritratta anche la persona che li aveva allertati. Nessun dubbio circa la proprietà, insomma.
 
Il condannato, un ghanese nato nel 1998, è un ex richiedente asilo per il quale è stata disposta l’espulsione. In un processo più grave nel quale è imputato i giudici hanno sollevato una questione di legittimità: bisognerà decidere se il procedimento debba andare avanti o se prevalga quanto già disposto circa l’espulsione. Al momento, nei confronti del soggetto pende un divieto di dimora esteso a tutta la provincia di Cuneo: la misura cautelare sarà in vigore fino ad agosto 2025.

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