BUSCA - Rubò il furgone del Comune schiantandosi, ubriaco, sul ponte di Busca: il giudice lo condanna

L’uomo, un 37enne che aveva lavorato come operaio comunale, fuggì dopo l’incidente: “Non ero in me. A bordo ho lasciato gli occhiali e le chiavi di casa”

a.c. 22/11/2022 15:20

Era un ex operaio comunale l’uomo che nella notte tra il 18 e il 19 settembre dell’anno scorso rubò un furgone dal deposito del Comune di Busca, schiantandosi di lì a poco sul ponte del Maira.
 
Il giudice Marco Toscano lo ha condannato a sei mesi di reclusione e 200 euro di multa, al termine di un processo tenutosi con rito abbreviato. La Procura contestava a G.B., cittadino rumeno nato nel 1984 e residente a Busca, il reato di furto aggravato dalle circostanze di tempo e dal danno patrimoniale. “Avevo bevuto molto whisky e non ero in me” aveva raccontato ai carabinieri, presentandosi in caserma già all’indomani dell’incidente - di cui affermava, tuttavia, di non avere alcuna memoria.
 
Il furgone Ducato era stato rinvenuto, fermo sul ponte e con le quattro frecce accese, da un vigilante che si trovava a passare lungo corso Giovanni XXIII, poco prima dell’una. Il mezzo mostrava tracce visibili dell’urto contro la ringhiera del ponte, ma a bordo non c’era nessuno. Mentre erano ancora in corso le operazioni di recupero una giovane automobilista si era presentata per rendere noto di aver assistito all’urto: il Ducato proveniva dalla direzione opposta alla sua e viaggiava a centro carreggiata. Con una manovra repentina, onde evitare il frontale, il guidatore aveva sterzato a destra ed era andato a sbattere. La ragazza aveva visto il conducente uscire dal furgone indossando un giubbotto rifrangente e dileguarsi.
 
All’individuazione del sospettato si era arrivati presto grazie alle testimonianze degli operai comunali. Nel deposito il furgone era stato parcheggiato con le chiavi nel quadro: poiché non c’erano segni di effrazione sul portone della rimessa, si è concluso che il ladro avesse titolo per accedervi. In base alla descrizione fisica fornita i dipendenti hanno individuato G.B., un uomo che in passato aveva lavorato come operaio comunale nell’ambito di un progetto di recupero per i detenuti. In seguito era stato assunto da un’azienda che forniva servizi al Comune e aveva dunque libero accesso allo spogliatoio del magazzino da cui era stato rubato il veicolo.
 
Prima ancora che i carabinieri riuscissero a interpellarlo, lui si era presentato al comando di Cuneo ammettendo tutto e sostenendo che la sua intenzione fosse quella di “prendere in prestito” il furgone per poi riportarlo nel parcheggio. A bordo, dopo la fuga, aveva lasciato anche un paio di occhiali da vista, le chiavi della sua abitazione e quelle del magazzino. L’imputato, seguito in passato dal Serd per i suoi dichiarati problemi di etilismo, era assistito dall’avvocato Davide Basso. Il pubblico ministero Gianluigi Datta aveva chiesto per lui la condanna a un anno e sei mesi di carcere, tenuto conto della recidiva reiterata e della gravità del fatto.

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