CUNEO - Rubò un barattolo di olive spintonando una guardia, condannato per rapina

Due anni di carcere per il marocchino, irregolare in Italia. È già detenuto perché aveva violato l’obbligo di firma: “Si è presentato poche volte e sempre ubriaco”

a.c. 10/03/2023 16:00

Dovrà scontare due anni, due mesi e venti giorni, salvo che la sentenza del tribunale di Cuneo non venga riformata, il maghrebino denunciato per rapina nell’aprile dello scorso anno dalla direzione del Carrefour.
 
Magro il bottino che Y.S., noto alle forze dell’ordine e privo di permesso di soggiorno già dal giugno 2021, aveva sottratto dal supermercato di corso IV Novembre: appena una confezione di olive, nascosta nel giubbotto dopo essere fuggito spintonando una guardia giurata. Un dipendente del punto vendita ha testimoniato di averlo già individuato, in precedenza, come responsabile di piccoli furti: “In quel periodo si recava spesso al supermercato. Più di una volta aveva sottratto qualcosa e noi ce n’eravamo accorti, ma non possiamo bloccare le persone: a volte, quando era sobrio, si riusciva a ragionare”.
 
Dopo la fuga Y.S. era stato seguito dall’addetto alla sicurezza fino all’ingresso del Movicentro. Qui una pattuglia dei carabinieri l’aveva raggiunto e fermato, trovandolo in possesso della scarna refurtiva. Denunciato a piede libero, gli è stato imposto l’obbligo di firma giornaliero che tuttavia non ha rispettato. A seguito delle infrazioni la misura è stata aggravata con l’incarcerazione, da fine maggio: per questo motivo il maghrebino, comparso in aula stamane, è tuttora detenuto a Cerialdo.
 
Il sostituto procuratore Alberto Braghin aveva chiesto per lui la condanna a tre anni e quattro mesi, con una multa di 200 euro per la rapina e un’ammenda di 2600 euro per la violazione della legge sull’immigrazione. Da escludersi nonostante l’incensuratezza, a giudizio della Procura, le attenuanti generiche: “A fronte della misura cautelare si è presentato a firmare in maniera saltuaria e sempre in stato di ubriachezza, finché ha deciso che non era più il caso di presentarsi. La custodia cautelare in carcere è determinata non dalla gravità del reato ma dalla violazione reiterata”. L’avvocato Maria Chiara Paradisi, rappresentante della difesa, ha rilevato la lievissima entità del danno, già risarcito con una somma di 150 euro: “Lievissima anche la violenza esercitata, è una persona di grossa corporatura e si è limitato a dare una spinta per uscire”.
 
Concesse le attenuanti generiche, il giudice Elisabetta Meinardi lo ha condannato anche a 400 euro di multa e a un’ammenda di 3300 euro.

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