CUNEO - Santanchè accusata (anche) di diffamazione: ma il processo è sospeso

Il tribunale ha inviato gli atti al Senato, per vagliare la procedibilità. Si allontana intanto il rischio di prescrizione per la vicenda del falso in bilancio

Redazione 14/11/2025 17:00

Il giudice monocratico di Roma ha sospeso il processo a carico del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che la vede imputata di diffamazione ai danni di Giuseppe Zeno, un azionista di minoranza della società Visibilia Editore Spa. Il tribunale ha inviato gli atti al Senato, così come sollecitato dai difensori di Santanchè, per vagliare la condizione di procedibilità in relazione all’applicazione dell’articolo 68 della costituzione. In base al primo comma della norma, i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. La politica cuneese, oltre che membro del governo, è senatrice in carica, eletta nel collegio di Cremona con Fratelli d’Italia. Zeno, che afferma di ritenersi diffamato da alcune dichiarazioni rese da Santanchè in televisione, è il finanziere che denunciò ai magistrati la vicenda di Visibilia, facendo partire di fatto l’inchiesta per falso in bilancio che vede ora la senatrice e ministro a processo a Milano, insieme al suo compagno Dimitri Kunz e ad altre 15 persone. A giugno il gip di Roma Alfonso Sabella, viste le memorie difensive depositate dalle parti, aveva optato per il rinvio a giudizio di Santanché. Ma oggi arriva uno stop e la palla passa ai colleghi parlamentari. Dovrebbe invece arrivare nel giro di un anno la sentenza nel processo milanese per il presunto falso in bilancio. Il calendario delle udienze, stilato dai giudici della seconda sezione penale, prevede date fino al 30 giugno 2026 e ha anche indicato “udienze di riserva” nel caso il dibattimento, che si è aperto il 21 ottobre scorso con l’ammissione delle prove, si prolunghi oltre giugno. All’apertura del procedimento i pm Marina Gravina e Luigi Luzi hanno ribadito che le mail e le conversazioni registrate tra ex dipendenti del gruppo e la senatrice di FdI, e che facevano parte del filone sulla presunta truffa all’Inps, restano solo nel fascicolo dei pm e non è stata chiesta da loro l’acquisizione in questo processo. Ciò, come ha chiarito anche il presidente del collegio, esclude la questione dell’inutilizzabilità sollevata nell’altro filone, relativo alla presunta truffa sulla cassa integrazione Covid dei dipendenti contestata a Santanchè e a quattro coindagati. Su questo punto si attende la decisione della Consulta, dopo il conflitto di attribuzione con la Procura su quei file e quelle mail sollevato dal Senato il 24 settembre. L’udienza preliminare resta “congelata”, a prescrizione sospesa, almeno fino a fine febbraio, ma forse anche per altri mesi ancora.

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