ROCCAVIONE - Sassi contro le vetrate del Municipio di Roccavione, condannato un pregiudicato

Gli atti vandalici avevano colpito la sede della Polizia Municipale, provocando danni per circa tremila euro. Dalle telecamere è stato individuato un uomo del posto

a.c. 24/04/2023 11:54

Non si sa cosa possa aver spinto un roccavionese, oggi 38enne e detenuto per altra causa, a danneggiare con pugni, calci e lanci di oggetti contundenti la vetrata del locale comando dei vigili urbani. Quel che è certo però è che lo scoppio d’ira gli è valso una nuova denuncia e un processo, terminato con la condanna a otto mesi da parte del giudice Lorenzo Labate.
 
A metterlo nei guai sono state le riprese video di quanto avvenuto la sera dell’8 maggio di due anni fa proprio di fronte al municipio, dove hanno sede anche gli uffici della Polizia Municipale. J.C. era stato subito riconosciuto dai carabinieri del paese: “Conoscevamo la sua fisionomia, l’andatura e perfino il cane” ha chiarito il maresciallo maggiore Michele Cerri. Nelle immagini delle telecamere lo si vedeva andare e venire da un cantiere antistante. Prima colpendo con pugni e calci la vetrata anti-sfondamento, poi riprendendo l’opera con un asse di legno da cantiere e con alcuni pezzi di cemento e cubi di porfido, infine picchiando altri colpi con una griglia in ferro presa da un tombino. Non pago di tutto questo, aveva altresì divelto un citofono che il Comune aveva appena fatto installare. Ad accorrere il mattino dopo, in seguito alla chiamata dei vigili, anche il sindaco Germana Avena: “Se lo conosco? Sono stata la sua insegnante. Con pochi risultati, evidentemente” ha risposto, con amara ironia, davanti al tribunale.
 
La riparazione del citofono è costata all’amministrazione roccavionese circa 200 euro, la sostituzione delle parti danneggiate della vetrata - ha spiegato Avena - dovrebbe valere intorno ai 1300 euro, ma non è ancora stata eseguita. “Non credo che il Comune potrà facilmente recuperare le somme” ha azzardato il pm Gianluigi Datta, chiedendo per l’imputato la condanna a un anno di reclusione. Alla richiesta si è associato l’avvocato Paolo Marabotto a nome del Comune: oltre 1300 euro il risarcimento domandato dalla parte civile, comprensivo dei danni materiali e morali.
 
L’avvocato Antonella Vallauri, difensore del 38enne, aveva formulato dubbi sull’identificazione: “Dalle telecamere non si vede con chiarezza il viso e non si capisce se la persona sia sempre la stessa”. Dubbi che tuttavia non sono bastati a convincere il giudice.

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