VINADIO - Scarichi nell’alveo dello Stura, assolto l’ad di Acqua Sant’Anna

L’imprenditore era stato chiamato a rispondere di una presunta violazione accertata dall’Arpa, riguardante lo smaltimento delle acque reflue nell’impianto di Vinadio

a.c. 06/07/2022 18:51

Un accertamento degli ispettori dell’Arpa è all’origine del procedimento giudiziario aperto contro Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, che si è concluso con l’assoluzione perché il fatto non sussiste davanti al tribunale di Cuneo.
 
La vicenda riguarda lo smaltimento delle acque reflue, provenienti dai servizi igienici e dal lavaggio degli impianti, nello stabilimento industriale di Vinadio. La richiesta di autorizzazione dell’azienda, presentata nel 2018, era stata concessa dalla Provincia nel 2020: nel frattempo, però, il Comune di Vinadio aveva approvato il rifacimento del ponte sullo Stura nei pressi del quale sarebbe dovuto passare lo scarico. Questo faceva sì che lo sbocco della tubazione rischiasse di trovarsi in pieno alveo, esposto anche al pericolo di abbattimento in caso di piena del fiume.
 
Per questo il comune aveva accordato all’azienda il permesso di arretrare lo sbocco di circa sessanta metri, in modo che lo scarico finisse in un alveo naturale seguendo il corso di un canale irriguo. La modifica, comunicata alla Provincia, era stata subordinata da quest’ultima a un parere dell’Arpa. L’ente regionale per la protezione ambientale aveva effettuato un sopralluogo nel marzo 2021 ed elevato una contestazione all’impresa, a fronte della difformità rispetto al progetto del 2018.
 
In aula la responsabile di area tecnica che aveva seguito l’iter autorizzativo per conto di Acqua Sant’Anna ha ricostruito la vicenda, chiarendo altresì che la dirigenza era stata informata della modifica solo dopo il sopralluogo. Anche i tecnici della Regione e del Comune hanno confermato che si trattava di una modifica concordata. La Procura aveva comunque domandato la condanna a otto mesi di arresto, evidenziando la difformità rilevata dagli ispettori Arpa.
 
Per la difesa rileva il fatto che l’alveo l’autorizzazione allo scarico ci fosse e non avesse subito alcuna modifica. Nessun danno ambientale sarebbe derivato dalla condotta posta in essere dall’azienda, scaturita comunque dall’iniziativa autonoma dei sottoposti di cui l’ad Bertone non era a conoscenza. Il giudice Sandro Cavallo, all’esito dell’istruttoria, ha accolto le argomentazioni difensive e assolto l’imputato.

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