CUNEO - Sei anni e mezzo per due violente rapine al Movicentro di Cuneo

Condannati ed espulsi due cittadini somali, avevano preso di mira un marocchino e uno yemenita che stazionavano a loro volta nella zona

Andrea Cascioli 06/12/2023 20:07

Due rapine ai danni di persone a cui quasi nulla si poteva togliere: un telefono cellulare, una bicicletta. I pochi averi di due senzatetto, uno marocchino e l’altro yemenita, che come molti altri avevano trovato un rifugio per qualche tempo nell’area del Movicentro di Cuneo.
 
A depredarli di quel poco che avevano con sé, per giunta picchiandoli selvaggiamente, sono stati altri due immigrati, frequentatori abituali della zona adiacente alla stazione. Abdinasir Yusuf e Mowlied Nour Elmi, entrambi cittadini somali, sono soggetti conosciuti alle forze dell’ordine: entrambi avevano precedenti penali, nel caso di Yusuf anche per rapina. Per i due episodi risalenti al luglio e all’ottobre del 2021 sono stati condannati a sei anni e mezzo di carcere e a una multa di 2.500 euro per ciascuno.
 
Fondamentale il contributo delle telecamere, come ha ricordato l’allora comandante del nucleo operativo dei carabinieri, il luogotenente Giovanni Forte. I filmati avevano permesso di risalire ai due somali dopo il pestaggio di un marocchino, avvenuto a tarda sera: la vittima si era avvicinata in bici per parlare con una persona. A un tratto un secondo individuo l’aveva bloccato. Nel corso della colluttazione, durante la quale l’aggredito era caduto a terra, gli era stato sfilato il borsello con dentro il cellulare. Al malcapitato tutto questo era costato un trauma cranico e venticinque giorni di prognosi. La sera stessa, dopo essere uscito dal pronto soccorso, era passato in caserma per denunciare l’accaduto: dalle foto aveva poi riconosciuto senza incertezze uno dei due rapinatori.
 
Appena tre mesi dopo era toccato a un altro clandestino, più tardi incarcerato per altri reati e poi espulso dall’Italia. L’uomo a quel tempo aveva il suo giaciglio al Movicentro e conosceva i due somali: anche nel suo caso non si erano fatti remore di malmenare la vittima causandogli una ferita al labbro e un trauma alla mandibola, con la rottura di un dente. Misero il bottino, dopo un’autentica “perquisizione” durante la quale lo yemenita gli aveva anche consegnato il portafoglio vuoto. Alla fine i due si erano risolti a portargli via le chiavi della bicicletta e lo avevano costretto a rimanere nel suo giaciglio per una ventina di minuti, per evitare che si allontanasse.
 
Più tardi la lite si era riaccesa e una pattuglia di carabinieri di passaggio era intervenuta. La vittima sul momento aveva affermato di aver solo “perso” le chiavi della bici, ma il giorno dopo aveva sporto querela. I militari nel frattempo avevano già fermato i sospettati, intuendo che si trattava delle persone indagate per l’altra aggressione. In sede di discussione il procuratore aggiunto Ciro Santoriello aveva chiesto la condanna di entrambi a cinque anni e 8mila euro di multa.
 
Il collegio giudicante ha disposto come ulteriore misura di sicurezza l’espulsione dei due condannati dal territorio italiano. Nei confronti di una delle due vittime, costituita parte civile, il risarcimento è di 1600 euro.

Notizie interessanti:

Vedi altro