CUNEO - Si fanno passare per i figli e chiedono soldi alle madri: la truffa telefonica diffusa anche nel Cuneese

Tutto inizia con un messaggio innocuo, ma poi arrivano le richieste di denaro. I mittenti si fingono i figli, dicono di aver perso il telefono e provano a chiedere soldi

Micol Maccario 12/12/2023 20:15

Prima un messaggio da un numero sconosciuto e poi la richiesta di soldi o di pagare le bollette. Questo è il nuovo modus operandi delle truffe telefoniche sempre più frequenti anche in provincia di Cuneo. I truffatori si spacciano per il figlio o la figlia e, con la scusa di aver rotto o perso il cellulare, scrivono da un numero sconosciuto. Dopo una serie di messaggi spesso mandano un link per continuare la conversazione su Whatsapp, poi arrivano le richieste: inviare denaro per pagare le bollette, avere i dati per accedere a un conto corrente o ricaricare una prepagata. Ma se si prova a chiamare il numero non risponde nessuno e poi parte la segreteria. È solo l’ultima delle tante modalità esistenti per rubare dati o soldi.   
 
“Mamma, sto vivendo una giornata davvero stressante. Telefono a pezzi. Ora ho un nuovo numero. Mandami un messaggio su Whatsapp a questo numero”. Questo è il testo di un sms ricevuto da una signora del cuneese in mattinata. Ma non è la sola. “Mia mamma ha dato per scontato di avermi detto una cosa per messaggio la mattina di quel giorno e io le ho risposto che questo scambio di messaggi tra noi non era mai avvenuto. Pensavo avesse scritto per sbaglio a un altro membro della famiglia”, spiega Angelica Fina, dottoranda a Torino originaria di Dronero.      
 
“Indagando meglio la questione mi ha detto che io le avevo scritto di aver rotto il telefono e di contattarla su un altro numero. Sono andata a vedere le conversazioni dal suo cellulare e le era arrivato un messaggio normale, non su Whatsapp. Il mittente diceva – fingendosi me – che avevo rotto il telefono. Poi c’era un link collegato a Whatsapp. Mia mamma per fortuna non ha cliccato, ma ha salvato il numero in rubrica e poi ha scritto su Whatsapp a quel contatto convinta che fossi io”.     
 
Si sono scambiati una decina di messaggi. “Ha ricevuto risposte che potevano anche essere state inviate ipoteticamente da me perché erano molto generiche. Ad esempio, mia madre ha chiesto a che ora sarei rientrata da Torino con il treno quella sera. E a tutte quelle domande ha ricevuto risposta, magari anche solo un “ti faccio sapere più tardi quando esco da lavoro”. Per questo a lei non è scattato il campanello d’allarme. Si è sentita così tranquilla che ha riferito a questa persona che eravamo stati invitati a cena da mia sorella quella stessa sera e chiedeva se io ci sarei stata. Anche in questo caso ha ricevuto una risposta che avrei potuto dare tranquillamente io”. 
 
Uno scambio di messaggi, quindi, che avrebbe potuto essere quello tra madre e figlia. Il dubbio le è venuto quando le è stato chiesto di pagare delle bollette di luce e gas. “L’unica accortezza è che mia mamma non manda soldi a caso, ha ragionato pensando che ne avremmo parlato la sera. Devo ammettere che è stato un po’ spaventoso”, conclude Angelica.
 
Le conversazioni non sono sospette, sono condotte spesso in un italiano quasi corretto, capace di trarre in inganno anche le persone più attente. La truffa è nota da mesi alla polizia postale, che infatti sul sito ufficiale consiglia di non rispondere al messaggio, cancellare la conversazione e, eventualmente, eliminare il numero in rubrica. La raccomandazione, quindi, è quella di fare attenzione ai messaggi arrivati da numeri non memorizzati e di effettuare una verifica in più prima di inviare soldi o di continuare la conversazione con persone di cui non è certa l’identità.
 

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