LIMONE PIEMONTE - Tenda bis, le difese chiedono di spostare il processo a Torino

Udienza filtro a Cuneo per sedici imputati di furto, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico nei lavori per il raddoppio del tunnel

Andrea Cascioli 12/11/2019 07:41

 
Si è tenuta nel pomeriggio di ieri (lunedì 11 novembre) davanti al giudice Massimo Scarabello l’udienza filtro nel processo sui lavori del Tenda bis, che vede imputate a vario titolo sedici persone per accuse che comprendono il furto, la truffa aggravata, la frode nelle pubbliche forniture e il falso ideologico sui documenti di cantiere.
 
Le indagini, condotte a partire dal settembre 2016, erano arrivate alla svolta con una vasta operazione della Guardia di Finanza il 24 maggio 2017, quando fu disposto il sequestro del cantiere i cui lavori procedevano dal 2013. Il blitz si concluse con l’esecuzione di nove misure cautelari, tra cui cinque arresti domiciliari. I lavori per la costruzione della galleria furono sospesi ad aprile 2018 e sono ripresi solo a maggio di quest’anno, dopo la firma del nuovo contratto d’appalto tra Anas e Ati Edilmaco.
 
A rispondere dei reati contestati sono perlopiù dipendenti della Grandi Lavori Fincosit spa, insieme agli incaricati dell’Anas e a vari professionisti responsabili di supervisioni e consulenze. Tra loro il direttore tecnico Antonino Froncillo e il capo cantiere di Fincosit Antonio Palazzo, nonché i funzionari Anas Vincenzo D’Amico, direttore dei lavori, e Giuseppe Rocco, direttore operativo.
 
Diverse le eccezioni sollevate dai legali degli imputati, a cominciare da quella relativa all’incompetenza territoriale del tribunale di Cuneo che già il gup aveva respinto. In sostanza, le difese affermano che la competenza dovrebbe essere attribuita a Torino perché lì risultano essere stati sottoscritti e depositati i documenti che certificavano lo stato di avanzamento dei lavori (SAL).
 
A questa eccezione il procuratore capo Onelio Dodero ha obiettato che “la Procura contesta proprio la falsità degli atti, sebbene vengano indicati come redatti a Torino”. L’accusa sostiene infatti che i documenti siano stati compilati in cantiere a Limone Piemonte, sulla scorta dei riscontri forniti dalle comunicazioni telematiche e dai tabulati telefonici: “Solo andando avanti nel dibattimento potremo produrre la documentazione dimostrativa di ciò che andiamo sostenendo”.
 
Ulteriori richieste difensive sono state formulate con riferimento alla costituzione tra le parti civili della Repubblica Francese, del Comune di Limone Piemonte e della Provincia di Cuneo: le difese chiedono l’esclusione dal processo di questi enti, insieme ai quali si sono costituiti in giudizio anche l’Anas e l’Avvocatura dello Stato in rappresentanza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dei Trasporti.
 
Su tutte queste eccezioni il giudice esprimerà nella prossima udienza in calendario per il 16 dicembre.

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