CUNEO - Trentacinque giorni di chiusura per il Fuera di Cuneo dopo la protesta ‘Io apro’

La “stangata” è arrivata ieri sera, al terzo giorno dall’inizio della protesta. Il titolare, Fabrice Tribbioli, non si arrende: “Già pronto il ricorso, siamo un caso nazionale”

a.c. 20/01/2021 10:09

 
È arrivato al termine del sopralluogo condotto da Polizia e vigili urbani, il terzo dopo quelli di venerdì e sabato sera (domenica e lunedì il locale era chiuso per riposo settimanale), il provvedimento dell’autorità contro il Fuera di lungogesso Giovanni XXIII a Cuneo.
 
Il locale situato di fronte ai giardini Fresia aveva annunciato la settimana scorsa l’adesione all’iniziativa ‘Io apro’, una protesta contro le chiusure imposte dal dpcm avviata da un ristoratore di Cagliari ed estesasi su tutto il territorio nazionale. In provincia i riflettori si sono accesi anche sulla birreria-ristobar Ai piani alti di Busca di Edison Lukaj e sul Belvedere da Bosio di Fabio Bosio, sempre a Busca, sanzionato già venerdì scorso con la chiusura per cinque giorni (ma non è escluso che arrivino ulteriori provvedimenti nei giorni a venire).
 
Per il Fuera, già multato dopo le prime due serate di “serrande aperte”, ieri (lunedì 19 gennaio) è arrivata la stangata: 35 giorni di sospensione dell’attività, con decorrenza immediata. Ai cinque comminati dalla Polizia Municipale sabato scorso, ma notificati solo ieri, si sono aggiunti altri trenta giorni di chiusura per violazione delle norme di pubblica sicurezza. Vigili e agenti della Questura si sono presentati poco dopo le 18,30 trovando il locale aperto e i clienti ai tavolini, con le mascherine addosso. Sul posto è sopraggiunto anche il 118 dopo che uno degli avventori ha accusato un lieve malore ed è stato soccorso in ambulanza.
 
Fabrice Tribbioli, il titolare della birreria, assicura però che questa non è la fine della protesta: “Rispetterò la chiusura perché l’inosservanza comporterebbe una violazione penale. Ma sto già preparando il ricorso: c’è un team di avvocati che si è offerto di assistermi gratuitamente”. Il suo “caso” intanto è diventato nazionale: “Sono stato contattato da giornali e televisioni” assicura l’esercente. La battaglia continua quindi, malgrado l’amarezza. Tribbioli si dice infatti convinto che le autorità abbiano agito con “mano pesante” anche per rispondere alle sollecitazioni delle associazioni di categoria, che nei giorni scorsi avevano bocciato le modalità e gli scopi della protesta ‘Io apro’.

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