VINADIO - Trovati con una testa di stambecco in frigo: il giudice condanna padre e figlio cacciatori

Da un’ispezione della Finanza in un’azienda alimentare di Vinadio erano emerse le irregolarità. Il più giovane sosteneva di aver trovato l’animale già morto

a.c. 08/02/2023 18:30

Una testa di stambecco ritrovata in congelatore ha messo nei guai due cacciatori di Vinadio, padre e figlio. La scoperta era avvenuta nel settembre di due anni fa, durante un’ispezione della Guardia di Finanza nell’azienda alimentare di famiglia.
 
Il titolare G.D., classe 1970, era stato quindi raggiunto insieme al figlio T.D., classe 2001, da una denuncia per violazione della legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica. Il giudice Mauro Mazzi ha condannato entrambi a due mesi di arresto e 500 euro di ammenda, con la sospensione condizionale.
 
In aula il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva riepilogato le risultanze dei controlli eseguiti dalle fiamme gialle: oltre alla testa dell’esemplare di capra Ibex, sul pavimento della cella frigorifera erano state trovate tracce di sangue coagulato. “Tra gli elementi dell’accusa la foto del presunto cacciatore con tanto di fucile e individuazione precisa” ha ricordato il procuratore. È emerso infatti T.D. avesse inviato una foto sul cellulare del padre nel quale si ritraeva tenendo la testa dello stambecco: “Ha sostenuto di aver rinvenuto un animale cacciato ma già morto. La circostanza è inverosimile per una serie di ragioni, tra cui il fatto che il sangue non fosse ancora coagulato quando è stato trasportato nella cella frigorifera”. L’intero arsenale di armi dei due cacciatori, a seguito della denuncia, era stato ritirato dalla Questura. A carico degli imputati la Procura aveva domandato due mesi di arresto e 2000 euro di ammenda per ciascuno.
 
L’avvocato Marco Ivaldi ha obiettato sostenendo che né T.D. né il padre avessero abbattuto l’esemplare: “Il giovane si è fotografato con la testa dell’animale già morto. La sua unica violazione, di carattere amministrativo, riguarda la detenzione di un trofeo di caccia per ci non aveva chiesto l’autorizzazione”. Quanto alle tracce ematiche nelle celle frigorifere, il legale ha osservato come su di esse non fossero state effettuate analisi ulteriori: “Potrebbero essere di qualsiasi animale, essendo di proprietà di una famiglia di cacciatori che ne facevano un uso promiscuo”. Il più giovane dei due imputati già prima del rinvio a giudizio aveva formulato la disponibilità a effettuare un’offerta riparatoria in favore del Cras di Bernezzo. La testa dello stambecco, sequestrata al pari delle armi, è stata ceduta a un parco faunistico per scopi scientifici.

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