MONDOVÌ - Truffa allo Stato sulle forniture di gasolio, un contabile a processo

La vicenda riguardante un appalto di Autostrade spa venne allo scoperto grazie alla Polstrada di Mondovì. Per ricostruire le conversazioni dell’imputato in dialetto abruzzese, il tribunale si è avvalso di un ‘traduttore’

a.c. 03/10/2019 19:00

 
In una società sempre più multietnica è ormai abbastanza frequente la presenza nelle aule dei tribunali di interpreti dall’arabo, dal cinese o dal rumeno, oltre alle lingue più diffuse come l’inglese o il francese. Capita di rado, invece, che gli inquirenti debbano attrezzarsi per ricostruire conversazioni in lingue e dialetti meno ‘convenzionali’.
 
Nel caso specifico si trattava di trascrivere una serie di colloqui telefonici in dialetto abruzzese, raccolti nell’ambito di un procedimento per truffa e frode nelle pubbliche forniture in concorso. L’imputato è il 56enne T.C., residente a Civitella Roveto in provincia de L’Aquila e impiegato come contabile nella ditta X Fuel di Cappelle dei Marsi. L’azienda vinse un appalto bandito dalla società Autostrade spa per la fornitura di gasolio da riscaldamento, destinato ai caselli e alle caserme della Polizia Stradale lungo l’intera rete autostradale.
 
I rifornimenti però erano inferiori al dovuto: dalle indagini, avviate dalla Polstrada di Mondovì e proseguite a livello nazionale, era emerso che la X Fuel tratteneva grandi quantitativi di carburante che veniva rivenduto in ‘nero’ ad altri acquirenti compiacenti. Nel maggio 2012 erano scattati gli arresti per undici persone coinvolte, tra cui il contabile T.C. e il titolare dell’azienda A.L., che in seguito ha patteggiato la pena di un anno e dieci mesi davanti al gup di Mondovì e ha restituito alla società Autostrade 5mila litri di gasolio.
 
Il processo contro T.C. a Cuneo era stato istruito in origine dal giudice Fabrizio Caccioppoli. Dopo la prematura scomparsa del magistrato nel 2016, il collega Massimo Scarabello ha ereditato il fascicolo. L’istruttoria si è giovata anche della collaborazione del brigadiere Antonio Di Giacomo, di origini abruzzesi, che ha trascritto le intercettazioni telefoniche dell’imputato in dialetto.
 
Al termine del suo travagliato l’iter, la vicenda giudiziaria dovrebbe finalmente arrivare a conclusione nella prossima udienza prevista per il 23 gennaio 2020.

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