DEMONTE - “Vai troppo veloce”: tira il freno a mano dell’auto e pesta l’amico

Vittima del pestaggio un 32enne cuneese: “Era il mio personal trainer, mai avuto discussioni”. L’imputato, un pluripregiudicato di origini romane, è stato condannato

a.c. 08/06/2022 18:30

Un litigio per la condotta di guida dell’amico, a detta del passeggero troppo spericolata, è sfociato in un pestaggio assurdo ai danni di un cuneese, classe 1989. L’uomo si trovava alla guida della sua auto nel tratto tra Vinadio e Demonte, insieme alla fidanzata, a un’amica e a F.F., suo amico e personal trainer.
 
Proprio quest’ultimo, seduto sul sedile di fianco al guidatore, aveva incominciato a protestare in maniera fin troppo veemente: “Non gli piaceva come guidavo, secondo lui andavo troppo veloce” ha raccontato la vittima dell’aggressione, risalente all’aprile dello scorso anno. Ma F.F., pluripregiudicato di origini romane, classe 1974, non si era limitato alle parole: “Aveva bevuto, ha tirato il freno a mano e mi ha invitato a scendere, dicendo ‘adesso la risolviamo’. Poi è uscito dalla macchina e così ho fatto anch’io”. Una volta fuori dall’auto si era innescata la zuffa: “Al primo pugno ho reagito ma lui è molto grosso, molto più di me. Ha continuato a picchiarmi anche quando ero a terra. Dopo che mi ha massacrato si è allontanato a piedi. Io sono riuscito a risalire in auto e a scendere fino a casa, a Demonte, dove ho chiamato l’ambulanza”.
 
La brutta esperienza si era conclusa con una settimana di ospedale e una prognosi di trenta giorni, seguita dalla denuncia. Pensare che prima, ha precisato la persona offesa, non c’erano mai state discussioni tra loro: “Eravamo amici, avevamo un ottimo rapporto”. Una delle due ragazze presenti sull’auto ha chiarito la genesi del litigio: “È iniziato perché io piangevo per l’ansia, a causa del fatto che l’auto viaggiava troppo veloce. F.F. gli ha chiesto di fermarsi, sono scesi e hanno discusso. Non ricordo se avesse anche tirato il freno a mano e non ho visto quello che è accaduto tra loro una volta fuori dalla vettura”. Neanche l’altra ragazza, fidanzata del conducente, ha saputo aggiungere qualcosa circa la dinamica dell’aggressione.
 
L’imputato, ex gestore di palestre e al momento detenuto per altra causa, è gravato da numerosi precedenti analoghi, tra cui una condanna per un inseguimento in auto e un successivo pestaggio ai danni di un artigiano caragliese: per questo episodio, filmato in diretta sul telefonino, era stato condannato a otto mesi nel novembre scorso. “Ha seguito la sua indole, descritta da innumerevoli precedenti” ha affermato nella requisitoria il pubblico ministero Raffaele Delpui, chiedendo per F.F. la pena di un anno di carcere: “Non era il caso di arrabbiarsi in quel modo, vista anche la sproporzione fisica tra i due”. “Se davvero il querelante temeva la sproporzione fisica e conosceva l’indole dell’altro, avrebbe dovuto chiudersi in auto e andare via. Invece - ha obiettato l’avvocato difensore Alessandro Ferrero - lo ha visto arrabbiato ed è sceso lo stesso. O aveva intenzioni aggressive, o un’indole suicida”. La difesa aveva anche domandato una valutazione medico legale sulle condizioni psichiche del soggetto, che il giudice Elisabetta Meinardi ha però rigettato. La condanna finale è stata fissata in dieci mesi di carcere.

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