CARAGLIO - Violenza sessuale ed esercizio abusivo della professione, condannato un “aggiustaossa”

L’uomo, all’epoca titolare di un mobilificio a Caraglio, era stato denunciato da una ragazza che affermava di essere stata palpeggiata nelle parti intime

a.c. 21/04/2021 18:05

 
A Caraglio e dintorni lo chiamavano “l’uomo con le mani calde”: un “rangiaoss”, per usare il termine più tradizionale nelle nostre valli. Per decenni in molti si sono recati nel suo mobilificio, non in veste di clienti ma accusando dolori lombari, sciatalgie e traumi simili: “Ho ricevuto questo dono da mio padre, nella convinzione di fare del bene agli altri” ha raccontato l’ex mobiliere davanti ai giudici di Cuneo.
 
Le accuse a suo carico riguardavano l’esercizio abusivo della professione di massaggiatore ma soprattutto una violenza sessuale per la quale era stato denunciato nell’ottobre 2017, da una ragazza che aveva fatto ricorso alle sue doti dopo uno stiramento alla coscia. La giovane riferiva che A.F., dopo averla fatta coricare su un lettino e averle chiesto di togliersi gli slip, le aveva sfiorato con insistenza le parti intime. Lei aveva accettato con riluttanza di sfilarsi l’intimo ma dopo circa mezzora aveva interrotto il “massaggio” con una scusa. Alcune settimane dopo, incoraggiata dal fidanzato e dalle amiche a cui aveva raccontato l’episodio, aveva presentato la querela: “Non volevo che succedesse a qualcun’altra” ha spiegato in aula.
 
Nelle varie udienze del processo contro A.F. hanno sfilato, convocati dagli avvocati Giuseppe Caprioli e Paolo Verra, numerosi “clienti” del guaritore: un termine improprio, dal momento che tutti hanno confermato di non essersi mai sentiti rivolgere richieste di pagamento da A.F. e non pochi hanno garantito di aver tratto gran giovamento dai suoi trattamenti. Nondimeno, il sostituto procuratore Marinella Pittaluga ha chiesto la condanna per entrambe le imputazioni: “Non possiamo parificare l’attività di A.F. a quella di un massaggiatore, il fatto che fosse svolta a titolo gratuito o dietro compenso volontario non ha rilievo”. Quanto all’ipotesi della violenza, per l’accusa rileva soprattutto l’“unicità” della condotta posta in essere dal mobiliere: “Nessuno dei testimoni della difesa ha raccontato che gli fosse stato chiesto di abbassarsi gli slip e quello riferito dalla parte offesa non può essere stato uno sfioramento accidentale”. Per l’imputato, la Procura aveva chiesto la condanna a complessivi sei anni di reclusione.
 
Alle richieste si è associata la difesa di parte civile ricordando che “l’imputato ha un precedente specifico, anche se risalente al 2003” e che un’altra donna, chiamata a testimoniare nel procedimento, aveva riferito di essere stata oggetto di una manipolazione sfociata in un palpeggiamento sessuale: “A.F. ha carpito la fiducia della ragazza, chiedendole fra l’altro di farsi ricevere da sola nonostante fosse accompagnata. Lei all’inizio ha acconsentito a sottostare a pratiche che non avrebbe accettato in altre condizioni”. I legali del “rangiaoss” hanno parlato di un ragionevole dubbio riguardo non solo all’intenzione ma alla stessa materialità del fatto: “La parte offesa ha parlato di una ‘sensazione di sfioramento’. Non era uno sfregamento percepito su un tram affollato, era un trattamento per lo stiramento della gamba con dolore all’interno della coscia, segnalato da lei stessa”. Quanto all’esercizio abusivo della professione di massaggiatore, la difesa ha ricordato come “tutti i soggetti che si sono rivolti ad A.F. erano al corrente che la sua attività professionale fosse un’altra: non andavano lì per farsi visitare o prescrivere terapie mediche”.
 
I giudici hanno ritenuto provata per entrambe le imputazioni la responsabilità dell’uomo, condannandolo a un anno e otto mesi di reclusione per la violenza sessuale e a un altro mese per esercizio abusivo, oltre ad imporre il pagamento di danni alla parte offesa quantificati in 5mila euro.

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