BENE VAGIENNA - Bene Vagienna, padre e figlio a processo per un pestaggio in pizzeria

Un ‘raid’ contro l’uomo accusato di aver molestato una ragazza si concluse con scene da saloon in un dehor. Gli imputati avrebbero poi minacciato chi li aveva denunciati

a.c. 11/06/2019 18:06

 
Fu una spedizione punitiva in piena regola quella messa in atto da un uomo residente a Bene Vagienna e dai due figli, e terminata con un violento pestaggio, danni a un bar-pizzeria nel centro del paese e tanta paura per gli avventori che vi trascorrevano un (fino ad allora) tranquillo sabato sera estivo.
 
In conseguenza dei fatti avvenuti il 6 agosto 2016, oggi R.G. è chiamato davanti al Tribunale di Cuneo a rispondere delle accuse di lesioni personali gravi, percosse, minaccia e danneggiamento. Insieme a lui è a processo per le stesse imputazioni anche il figlio F.G., che ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato (il fratello minore di quest’ultimo, diciassettenne all’epoca dei fatti, verrà giudicato come minorenne).
 
Obiettivo del ‘raid’ era un operaio specializzato che il presunto ideatore dell’aggressione accusava di aver molestato la figlia. La vittima si trovava con la moglie nel dehor del ‘Crutin delle donne’, insieme alla titolare della pizzeria e al suo compagno, loro amici intimi. È stato proprio quest'ultimo a riferire di aver visto i tre avvicinarsi al dehor e scagliarsi contro il malcapitato, colpendolo con il manico di un’ascia che avevano portato e poi con le sedie del locale.
 
Due anziane signore, sedute nel dehor, erano finite a terra quando il loro tavolo era stato rovesciato e scagliato contro l’aggredito. Nel tentativo di interrompere la colluttazione anche il compagno della titolare era stato colpito da un pugno: sempre lui, in seguito, si era messo sulle tracce dell’automobile su cui i tre uomini si erano dileguati dopo il pestaggio e l'aveva identificata, fornendo il numero di targa ai Carabinieri.
 
Dalla sua testimonianza e da quella della titolare del bar-pizzeria è emerso inoltre che i due imputati si erano poi recati altre due volte al ‘Crutin delle donne’. In un’occasione, il giorno dopo il pestaggio, R.G. avrebbe prima cercato di convincere la donna ad accettare un risarcimento per i danni subiti e poi proferito minacce nei confronti di chi aveva sporto denuncia. Una seconda volta, padre e figlio erano tornati insieme a un terzo uomo di nazionalità albanese dopo la chiusura, mentre era presente anche la vittima dell’assalto. In entrambe le occasioni erano intervenuti i Carabinieri e dopo il secondo episodio a carico dei due uomini era stato disposto il divieto di avvicinamento al locale.
 
La proprietaria del ‘Crutin’, nella sua deposizione, ha affermato che l’aggressione di cui era stata testimone e gli strascichi successivi non sono stati estranei alla scelta di abbandonare l’attività, che ha chiuso i battenti nel dicembre successivo: “A Bene Vagienna il mio era ormai bollato come un ‘bar malfamato’” ha spiegato la donna, riferendo altresì dei problemi di salute affrontati nello stesso periodo.
 
Il prossimo 18 ottobre l’udienza delle altre parti offese e la prevista sentenza di entrambi i procedimenti.

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