BENE VAGIENNA - Brandì un coltello contro due donne a Bene Vagienna, ora è a processo

L’ex richiedente asilo nigeriano era stato ripreso da una telecamera: “Dice di essere stato istigato dagli abitanti, non si sentiva accettato” afferma il suo legale

Andrea Cascioli 30/01/2024 14:55

Il suo era diventato un caso nazionale nell’ottobre del 2022, dopo la diffusione online del video in cui lo si vedeva brandire un coltello contro due donne, nel pieno centro di Bene Vagienna.
 
Ora Happy Osazuwa, ex richiedente asilo di nazionalità nigeriana, andrà a processo con l’accusa di minaccia aggravata dall’uso delle armi. Le immagini di una telecamera di sorveglianza privata lo avevano ripreso mentre sbucava da via Vittorio Emanuele, sull’incrocio con via Beata Paola, avvicinandosi a una signora che aveva appena salutato una conoscente. Il giovane aveva estratto dalla tasca posteriore dei pantaloni un coltello da cucina, brandito più volte contro le due donne, mentre mimava il gesto della coltellata prima di tornare infine sui suoi passi. Tra l’immigrato e le due passanti non c’era stata alcuna discussione precedente, per quanto è dato sapere, dunque non si sa che cosa abbia innescato la minaccia. Pochi minuti prima, come sarebbe emerso da un altro spezzone del video, lo stesso individuo si era avvicinato a due anziani che parlavano per strada, brandendo un coccio di bottiglia.
 
Di fronte alle telecamere di “Fuori dal Coro”, pochi giorni dopo, una delle due donne minacciate aveva ricostruito così l’accaduto: “Sento urlare un epiteto ‘bas…’, lui mi guarda e mi dice ‘put…’. Vedo questo arrivarmi contro con un coltello e mi urlava ‘Ti ammazzo, ti ammazzo’”. “Non ho detto che volevo ammazzare qualcuno” aveva invece sostenuto Osazuwa, denunciato a piede libero dai carabinieri.
 
L’avvocato Nicola Ferrua Magliani, suo difensore, fa sapere che il nigeriano “intende spiegare quanto è accaduto al processo, dove sarà presente”. In sostanza, dice il legale, Osazuwa afferma di “essere stato istigato spesso dagli abitanti del quartiere in cui viveva: non si sentiva accettato nella zona”. L’uomo vive tuttora in paese ed è titolare di un permesso di soggiorno: “Ha lavorato in un ristorante, - conferma il suo avvocato - ora continua a lavorare altrove e si è integrato”.

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