FOSSANO - Cinquemila litri di gasolio pagati con un assegno scoperto: a processo due ex allevatori

I due imputati, un fossanese e un benese, sono già stati condannati nel febbraio scorso per truffa e spendita di denaro falso in un ristorante di Trinità

a.c. 06/04/2021 18:54

 
Due ex allevatori avrebbero truffato un’azienda braidese per un importo di circa 8mila euro, ordinando un quantitativo di gasolio da 5mila litri che era stato pagato con un assegno poi risultato scoperto.
 
A denunciarli però non è stato il titolare della ditta di prodotti petroliferi vittima del presunto raggiro, bensì un imprenditore alessandrino che era stato indicato come destinatario dell’ordinazione. G.M. (classe 1966, residente a Fossano) e C.G. (classe 1972, residente a Bene Vagienna) sono perciò finiti a processo per sostituzione di persona. Sui fatti risalenti all’autunno del 2018 ha deposto in aula l’ex dipendente del fornitore di gasolio di Bra che si occupava dei contratti commerciali: “Una persona è venuta in ufficio qualificandosi come il titolare di un’azienda di macellazione con sede a Borgoratto Alessandrino. Mi diceva che aveva intenzione di avviare un allevamento in frazione Loreto di Fossano e che per questo aveva bisogno di 5mila litri di gasolio per i mezzi di trasporto. La ditta alessandrina era in effetti esistente e affidabile dal punto di vista creditizio”.
 
Per questo il fornitore, operante per conto della Eurocap Petroli di Modena, aveva accettato un pagamento in assegno da effettuarsi all’atto della consegna. Dopo una quindicina di giorni, tuttavia, l’assegno era risultato non esigibile: “Nella cascina in cui avevamo consegnato il gasolio non c’era più nulla, nemmeno la cisterna. In quell’occasione però era venuto fuori il nome di C.G.: lo avevano nominato i vicini, qualificandolo come un personaggio non troppo avvezzo a viaggiare nella legalità”. Il benese C.G. sarebbe stato riconosciuto come l’uomo di mezza età, che parlava un corretto italiano con inflessione piemontese, qualificatosi come titolare del macello: “Un uomo di circa 45 anni, dai modi simpatici” secondo la descrizione fornita dal responsabile del deposito di prodotti petroliferi.
 
Dalle indagini era emerso che il timbro della società di macellazione con sede a Borgoratto era stato utilizzato in modo fraudolento. Il vice brigadiere Giuseppe Montesano, all’epoca comandante pro tempore dei carabinieri di Bene Vagienna, ha spiegato che l’assegno scoperto era stato emesso dal conto del pregiudicato fossanese C.E., coinvolto in altre vicende giudiziarie con i due odierni imputati. Un assegno proveniente dallo stesso carnet sarebbe stato utilizzato da C.G. in almeno un altro episodio nel novembre 2018, sempre riguardante un acquisto di gasolio.
 
In un diverso procedimento, conclusosi nel febbraio scorso davanti al tribunale di Cuneo, C.G. e G.M. sono stati condannati per truffa e spendita di denaro falso presso un ristorante di Trinità. Il processo nel quale sono ora imputati è stato aggiornato al 14 luglio.

Notizie interessanti:

Vedi altro