FOSSANO - Crollo del viadotto di Fossano, dopo cinque anni e mezzo il processo non è ancora partito

Il tribunale ha riassegnato il fascicolo al giudice che si era astenuto. Ora, però, la Procura e una delle difese chiedono la ricusazione: l’istruttoria slitta (ancora)

Andrea Cascioli 25/10/2022 19:15

Non si sa se sia più corretto parlare di odissea giudiziaria o di telenovela, fatto sta che dopo cinque anni e mezzo il processo per il crollo del viadotto di Fossano non è ancora partito.
 
Quella che ha portato a processo sei tecnici e operai delle imprese appaltanti e altrettanti funzionari Anas (altri due imputati sono già stati giudicati - e assolti - in abbreviato) è una vicenda senza fine. Prima ancora dell’apertura dell’istruttoria il fascicolo ha visto avvicendarsi due giudici. Il trasferimento ad altra sede della prima titolare, Alice Di Maio, aveva determinato un passaggio di consegne con la collega Emanuela Dufour. Quest’ultima però aveva chiesto al tribunale di astenersi: in veste di gup, infatti, si era già pronunciata su un’archiviazione relativa a uno dei tre fascicoli di inchiesta avviati dalla Procura. Per legge, il giudice che svolga atti preliminari durante un’indagine deve essere diverso da quello del dibattimento. Il tribunale, in ogni caso, non ha ravvisato elementi di incompatibilità in questo caso.
 
La “patata bollente” è rimasta così nelle mani dello stesso magistrato, senonché nell’udienza odierna uno dei difensori degli imputati ha presentato istanza di ricusazione nei confronti del giudice. Le ragioni sono “meramente formali”, ha precisato l’avvocato Nicola Gianaria: la stessa preoccupazione, del resto, era stata espressa proprio da Dufour. La Procura che già aveva condiviso la decisione di astenersi si è associata alla richiesta.
 
Ora che succede? Tutto passa nelle mani della Corte d’Appello, dove si deciderà se approvare o respingere la ricusazione. Secondo voci raccolte tra i legali degli imputati, dovrebbero volerci un paio di mesi. In buona sostanza si arriverà a dicembre, la data entro la quale il giudice Di Maio confidava di chiudere un’istruttoria che invece non è ancora nemmeno incominciata.

Notizie interessanti:

Vedi altro