FOSSANO - Crollo del viadotto di Fossano, il processo mai iniziato riparte con il terzo giudice

Dopo un trasferimento e un caso di incompatibilità, l’istruttoria dovrebbe finalmente incominciare. Alla sbarra funzionari Anas e dipendenti delle aziende costruttrici

Andrea Cascioli 20/12/2022 19:20

Non c’è due senza tre, ma questa volta c’è da augurarsi che non sorgano altri intoppi. L’inchiesta sul crollo del viadotto di Fossano ha trovato un giudice a Cuneo, nella persona di Giovanni Mocci.
 
È il terzo magistrato avvicendatosi sul fascicolo in meno di un anno, dopo il trasferimento al tribunale per i minori di Torino della collega Alice Di Maio e l’astensione di un altro giudice, Emanuela Dufour. Quest’ultima aveva chiesto di essere sollevata perché, quando ricopriva la funzione di gup, si era già pronunciata su un’archiviazione relativa a uno dei tre fascicoli di inchiesta avviati dalla Procura. Per legge, il giudice che svolga atti preliminari durante un’indagine deve essere diverso da quello del dibattimento. Il presidente del tribunale tuttavia aveva rinviato il fascicolo allo stesso magistrato. A seguito del rimpallo una delle difese, rappresentata dall’avvocato Nicola Gianaria, ha presentato istanza di ricusazione ad ottobre. La Corte d’Appello l’ha accolta e ha disposto la nomina di un nuovo giudice.
 
L’udienza filtro davanti al dottor Mocci si terrà il 21 febbraio dell’anno prossimo. Saremo a quel punto a quasi sei anni dal 18 aprile del 2017, data del crollo del cavalcavia sulla Statale 231. Per quel disastro sono a processo sei tecnici e operai delle imprese appaltanti e altrettanti funzionari Anas (altri due imputati sono già stati giudicati - e assolti - in abbreviato). Dal procedimento si sono invece “sfilate” l’Anas e le imprese edili che la Procura aveva chiamato in causa: la Grassetto spa, la Infrastrutture Stradali srl e la Pel.Car srl. L’esclusione dei responsabili civili, motivata dall’assenza dei loro difensori durante gli accertamenti tecnici, non preclude comunque la possibilità di avviare un procedimento civile verso le aziende, indipendentemente dall’esito del processo penale.
 
Esaurite le questioni preliminari, il primo atto sarà la calendarizzazione delle udienze. Il giudice Di Maio, prima di trasferirsi, aveva previsto di concludere l’istruttoria entro quest’anno. L’obiettivo potrebbe forse essere raggiunto, marciando a tappe forzate, nel 2023.

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