FOSSANO - Era accusato di aver svaligiato la casa di un commerciante: assolto un 35enne saviglianese

Nell’abitazione erano stati sottratti due fucili, monete e attrezzi. Il nipote del derubato, minorenne, era stato individuato come principale sospettato

a.c. 24/06/2021 15:20

 
Era finito a processo come presunto complice di un amico minorenne il saviglianese S.C., classe 1986, accusato di un furto in appartamento ai danni di un commerciante.
 
L’autore della denuncia, residente a San Sebastiano di Fossano, aveva subito la sgradita visita dei “topi d’appartamento” nell’agosto di due anni fa. Una volta rientrato si era accorto che dall’alloggio e dalla cantinetta annessa erano spariti due fucili, orologi, coltellini da collezione e utensili vari (un flessibile, una motosega, una saldatrice e altro ancora), oltre a circa 800 euro in monete. Lo stesso giorno aveva avuto occasione di parlare del furto subito con il suo conoscente marocchino, un rigattiere attivo nei mercati della zona.
 
Proprio quest’ultimo lo avrebbe messo sulle tracce di quello che si è rivelato essere il principale sospettato del furto, ovvero il nipote del derubato: “Quando il ragazzo mi ha contattato dicendo che aveva merce da vendere ho subito chiamato suo zio, sapevo che aveva subito un furto”. Il giovane, ha spiegato in aula il teste, gli aveva mostrato le fotografie degli oggetti in vendita: il derubato aveva riconosciuto il flessibile, la saldatrice e altri attrezzi rubati da casa sua. “Mio nipote - ha dichiarato - mi confessò di essere stato scaricato da S.C. perché non voleva prendere parte al furto, non so però se fosse sincero”.
 
Era anche stato fatto un tentativo di abboccamento con i presunti autori del furto per ottenere la restituzione del maltolto. Sul punto la testimonianza della parte offesa diverge da quella dell’altro teste d’accusa, il quale ha dichiarato di non ricordare di aver udito la voce di S.C. nelle telefonate che aveva fatto insieme al suo conoscente. Le telefonate in ogni caso non avevano portato a nessun esito concreto, così come i successivi tentativi di recuperare quanto sottratto. Solo alcuni giorni dopo la presentazione della querela il commerciante aveva parlato dei suoi sospetti sul 33enne saviglianese. La successiva perquisizione domiciliare eseguita dai carabinieri a carico di S.C. non aveva tuttavia dato alcun riscontro, così come quella effettuata in casa del minorenne. Solamente i due fucili sarebbero stati ritrovati, abbandonati sotto a un ponte nel comune di Fossano.
 
Il pubblico ministero aveva chiesto per l’imputato, difeso dall’avvocato Davide Ambrassa, la pena di tre anni e tre mesi di reclusione. Il difensore si è opposto alle conclusioni della Procura sostenendo che le accuse rivoltegli dalla vittima del furto fossero motivate “da un’evidente acrimonia nei suoi confronti”. È stata ricordata inoltre la divergenza tra le testimonianze riguardo alla telefonata: “L’ambulante ha smentito in assoluto quanto dichiarato dalla parte offesa, che sosteneva di aver udito la voce di S.C.”.
 
Il giudice ha infine assolto il saviglianese per non aver commesso il fatto.

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