FOSSANO - Fornì un numero di cellulare rubato ai carabinieri: è accusata di furto

La 49enne residente a Fossano deve rispondere della sparizione di due telefonini. Uno rubato in ospizio, l’altro alla presidentessa di una onlus ospedaliera

a.c. 11/05/2021 15:32

 
Deve rispondere di due furti di telefoni cellulari, avvenuti a gennaio e febbraio dello scorso anno, la pregiudicata 49enne T.M., originaria di Milano ma residente a Fossano.
 
A “incastrarla”, oltre ai riconoscimenti delle vittime, è stata una circostanza piuttosto singolare sulla quale ha riferito durante il processo a suo carico un maresciallo dei carabinieri: la donna, già nota per i suoi precedenti e sottoposta in quel periodo a misure cautelari, aveva infatti fornito ai militari il numero di telefono corrispondente a una sim rubata per poter ricevere le notifiche giudiziarie.
 
La sparizione del cellulare era stata denunciata da parte della dipendente di un Caf fossanese, dove T.M. si era recata per ritirare un Isee: “Mi sono allontanata solo pochi secondi per andare alla fotocopiatrice e quando sono tornata le ho consegnato il documento” ha raccontato la parte offesa. Tanto sarebbe bastato all’imputata per sottrarre il telefono sulla scrivania: “Era il cellulare che avevo in dotazione come presidente di un’associazione che si occupa di volontariato con i bambini dell’ospedale. Ho anche telefonato a T.M. chiedendo se per sbaglio fosse finito nella sua borsa e facendole presente che si trattava di un numero utilizzato da una onlus ospedaliera. Lei mi ha garantito di non saperne niente”.
 
Analogo l’episodio di tre settimane prima, quando la pregiudicata si sarebbe introdotta con lo scopo di rubare un cellulare negli uffici dell’Opera Pia Sordella. Per muoversi nell’ospizio, ancora accessibile in epoca pre-Covid si sarebbe avvicinata a un anziano affetto da demenza fingendosi sua parente. In seguito sarebbe entrata nell’ufficio di un’educatrice approfittando della sua assenza e derubandola. La vittima era ritornata poco dopo, trovando T.M. fuori dalla sua porta, ma non si era accorta di nulla sul momento: “Ha detto che cercava l’ufficio del direttore per informarsi sull’inserimento in struttura di un parente. L’ho accompagnata in segreteria ma quando la segretaria le ha chiesto il recapito telefonico ha risposto che sarebbe ripassata nel pomeriggio. Solo al mio rientro in ufficio mi sono accorta che non trovavo più il cellulare”.
 
Il prossimo 28 maggio è prevista la conclusione del processo.

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